L’apparente silenzio del mare

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Le silence de la mer è un romanzo di Jean Bruller, illustratore francese, che pubblica l’opera nel 1942 sotto lo pseudonimo di Vercors, nome preso dalle prealpi del Vercors, luogo simbolo della Resistenza francese all’occupazione nazista, che nel 1944 viene proclamato Repubblica libera del Vercors.

L’opera viene pubblicata segretamente nella Parigi occupata dai tedeschi, e diventa l’emblema della resistenza mentale al nazismo. Sono stati realizzati due film sul romanzo, il primo nel 1949 e il successivo nel 2004.

La storia vede come protagonisti una giovane donna e suo nonno che, ritrovandosi la casa occupata da un generale nazista promettono di non rivolgergli mai la parola nè di parlare di lui: una sorta di voto del silenzio contro ciò che la sua uniforme rappresenta. 

Il generale stesso è però deluso dalla propaganda nazista, da ciò che aveva promesso di costruire rispetto a cosa aveva deciso di distruggere, si sente intrappolato nel suo ruolo e non riesce a distaccarsene sognando una pace tra le due Nazioni. 

Il narratore è il nonno, tutte le vicende sono infatti raccontate dal suo punto di vista, e questo permette al lettore di entrare ancora di più nella storia. L’uomo si accorge che questo giovane generale non è come gli altri, è educato, colto e gentile e non si rivede negli ideali nazisti dei quali dovrebbe essere portavoce, vivendo un inferno nel quale si sente intrappolato; l’anziano signore infatti si affeziona al giovane ma non rompe il suo voto, non rivolgendogli mai la parola nonostante il generale faccia di tutto per accattivarsi i due padroni di casa. 

La nipote, di cui conosciamo il punto di vista solo in maniera esterna dagli occhi del nonno, si innamora del ragazzo e vede che il sentimento è ricambiato: entrambi provano una forte passione l’uno per l’altra ma si tratta di un amore che inevitabilmente si rivela irrealizzabile, e dunque infelice. Nonostante i forti sentimenti neanche la ragazza rompe il suo voto di silenzio. 

Il romanzo si conclude con il ragazzo che, cedendo al volere del regime nazista, parte per il fronte orientale lasciando il nonno molto amareggiato e la protagonista con il cuore a pezzi: a causa della promessa fatta non può neanche dirgli addio.

Il titolo stesso dell’opera, Il silenzio del mare, fa riferimento alla calma apparente dell’acqua, che cela in profondità un ecosistema continuamente in movimento, con pesci che si mangiano a vicenda, cacciano e sono in perenne subbuglio; è un parallelismo perfetto con i sentimenti nascosti che il nonno e la nipote provano nei confronti del generale, quando in apparenza tutto ciò che si sente è un perpetuo silenzio. 

Il messaggio di questo breve romanzo è molto forte, gli ideali dei due protagonisti vengono prima dei loro sentimenti e loro stessi resistono alla tentazione di rompere il voto. Il generale, al contrario, avrebbe dovuto allontanarsi da cosa stava contribuendo a realizzare, ma non trova il coraggio di farlo e questo lo rende diametralmente opposto ai due padroni di casa. 

Il titolo stesso racchiude un messaggio di una profondità estrema; parla di una situazione specifica all’interno del racconto ma in qualche modo parla a tutti i suoi lettori. Nella vita spesso ci si ferma alle apparenze, a ciò che ognuno sceglie di trasmettere e a come noi scegliamo di interpretarlo, senza contare che dentro a tutti noi esiste un intero universo di sensazioni, un profondo mare perennemente in subbuglio che il più delle volte rimane superficialmente piatto, perché le mareggiate spaventano tutti. Forse dovremmo abituarci a capire che spesso la calma è solo apparente. 

Carola Aghemo

© Credit immagini: link + link + link + link

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