Da qualche mese, nel reparto ‘cucina’ delle librerie, è comparso un nuovo libro: Cucina Essenziale. Semplice e consapevole. È il primissimo libro di Francesca Giovannini, nel mondo on-line ‘La Bluebird’, foodblogger che ha fatto dell’essenzialità il marchio di fabbrica delle sue ricette. Ha un gatto e una cagnolona, entrambi del grigio più elegante che possiate immaginare, due polle, un orto, un amore spassionato per l’oceano e per la cucina.

Dal 2014 condivide le sue ricette attraverso il blog Thebluebirdkitchen.com e, ricetta dopo ricetta, grazie ad Instagram, raggiunge un pubblico sempre più ampio. Poi, finalmente, nel 2022, la carta stampata, che – va detto – è sempre un bellissimo e tangibilissimo traguardo.
Francesca ha presentato il suo libro in diverse librerie, ma la presentazione ‘casalinga’, quella fatta proprio a due passi dal suo Lago di Varese, è stata quella che più di tutte rifletteva la sua persona: covoni di paglia dove sedersi ad ascoltare, lucine, l’erba sotto ai piedi, un buffet di prodotti vegetali a km0 (che più zero non si può! Provenivano dall’azienda agricola Ortomio Capolago, che ospitava la serata), un buon calice di vino e molte chiacchiere.
Raccontando il suo libro e la sua cucina, Francesca ha parlato spesso di ‘nuova normalità’, per far comprendere le sue scelte in cucina e, per conseguenza diretta, quelle di vita. D’altronde ‘siamo quello che mangiamo’, no?
Una ‘nuova normalità’, quella da cui ripartire. Una normalità che sia fatta di essenza, di semplicità e di consapevolezza; un ritorno alla concretezza del cibo, perché «per molte persone il cibo è diventato qualcosa di astratto, ne vediamo e ne conosciamo solo il suo aspetto finale: il frutto raccolto, il piatto già cucinato, il cereale ormai processato. […] Quando corriamo tra le corsie di un supermercato vediamo una rappresentazione incredibilmente lontana dal vero cibo». E allora La Bluebird ci ricorda che il cibo necessita di pazienza, di lentezza, di tempo. Necessita di rispetto. È necessario riconnettersi con la Terra, perché è da lì che il cibo arriva prima di ogni altro luogo ed è, dunque, fondamentale che questa ‘nuova normalità’ si basi sulla ricerca di un equilibrio tra risorse disponibili e produzione.



Sono tutte vegetali o vegetariane le ricette di questo libro, eppure queste due parole non sono mai apertamente indicate, né nel titolo, né nelle singole ricette. Questa credo sia la chiave di volta: nessuna etichetta. Etichettare porta a escludere, porta al pregiudizio, mentre il libro di Francesca Giovannini vuole accogliere. Per dirla con parole sue: «il cibo è cibo e la nostra attenzione si dovrebbe concentrare su quello che c’è invece che su quello che non c’è dentro un piatto. Sui colori, i sapori, le consistenze. Voglio che questi piatti vengano considerati validi per tutti, indipendentemente dal regime alimentare che si segue». Insomma, dei piatti perfetti per una ‘nuova normalità’.
Barbara Talarico