Star Feminine Band

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Puoi diventare presidente della repubblica,
Puoi diventare primo ministro del paese.
Alzati, bisogna fare qualcosa.
Donna africana, sii indipendente.
Il paese ha bisogno di noi, andiamo a scuola.
L’Africa ha bisogno di te.
Il mondo ha bisogno di noi, alziamoci.

Star Feminine Band – Femme Africaine

Nel 2016 la radio locale beninese Nanto FM e André Balaguemon propongono dei corsi di musica gratuiti per ragazze, ospitati in una sala prove messa a disposizione dal municipio. Nessuna di loro aveva mai suonato. A loro disposizione strumenti, microfoni e amplificatori.

Da qui ha inizio la storia della Star Feminine Band, una band composta da sette ragazze del Benin tra i 9 e i 17 anni. «Lì le persone vivono senza elettricità, senza negozi, divise in comunità abbastanza isolate. Per le donne ogni mestiere è difficile» raccontano su Internazionale (Numero 5-11 febbraio 2021).

In soli due anni hanno appreso tecniche strumentali e vocali provando tre volte a settimana dopo la scuola, e tutto il giorno durante le vacanze. Dai laboratori di batteria, sono passate alla chitarra, basso e tastiere. Successivamente hanno iniziato a suonare presso il municipio locale in dozzine di spettacoli. Dopo quattro anni, il primo album pubblicato a livello internazionale, sotto l’etichetta francese Born Bad.

Il percorso per arrivare a questo album è stato lento e graduale. Nel 2018, Jérémie Verdier, ingegnere e trombettista, durante un viaggio in Benin, incontra le ragazze nella sala prove del museo di Natitingou. «Sono rimasto affascinato da come queste ragazze prendevano sul serio ciò che stavano facendo, André voleva dimostrare al suo paese che una donna può essere musicista. Le ragazze erano sostenute dalla loro comunità».

Al ritorno dal Benin, Verdier si è messo in contatto con i fonici e videografi spagnoli Juan Toran e Juan Serra. I due sono immediatamente partiti per Natitingou, curiosi di conoscere questa band così originale. In due giorni hanno registrato l’album Star Feminine Band. «Le canzoni parlano di lotte personali, l’importanza dell’istruzione, dell’uguaglianza, dell’empowerment e delle mutilazioni genitali femminili». 

La musica ha cambiato la mia vita. La musica è lavoro e come donne abbiamo il diritto di scegliere il lavoro che vogliamo.

«Otto canzoni dove il canto individuale e, soprattutto, collettivo da voce alle loro esperienze e alle loro rivendicazioni in sei lingue: bariba, ditamari, fon, francese, peul, waama», toccando generi musicali che vanno dal vodun e sato beninesi, rumba congolese, highlife e rock

«Una piccola comunità che si è formata intorno al gruppo, con il grande sogno di farsi conoscere fuori dal Benin. E per i beninesi uscire dal paese è impensabile».

Queste ragazze hanno firmato un contratto davanti a famiglie, sindaci dei villaggi e ad altri testimoni che avrebbero continuato a fare musica, anche se si fossero sposate.

«Abbiamo formato il gruppo perché vogliamo difendere le donne di tutto il mondo. Attraverso queste canzoni, le donne possono ottenere il rispetto che gli è dovuto».

Adele De Pasquale

© Credit immagini: link

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