Alla domanda: «Perché hai deciso di diventare un’artista?», Tania Bruguera risponde senza esitazione: «Perché passo e passavo tanto tempo a riflettere, quindi le mie opzioni erano due: o diventavo una filosofa oppure mi davo all’arte».
Performance artist e attivista cubana, Tania Bruguera nasce a Cuba nel 1968. Oggi, è una delle più influenti artiste sulla scena internazionale, ed è a lei che è dedicata la mostra al PAC di Milano, accessibile fino al 13 febbraio 2022.
Antiche ferite e nuovi conflitti disposti nell’itinerario di una mostra forte, che grida ad alta voce le ingiustizie del mondo, aprendo un dialogo collettivo circa la nostra memoria storica e le violazioni dei diritti umani in molte delle presunte democrazie contemporanee.
Quello di Tania Bruguera è conosciuto come ‘ARTivismo’, una forma di denuncia pubblica alla Politica contemporanea, espressa attraverso la forme dell’Arte. L’obiettivo consiste nel riuscire, per mezzo della manifestazione artistica, a denunciare il Male, nell’auspicato tentativo di contraddire la politica e suscitare una conversazione globale orientata a cambiare le cose.

Si tratta, secondo la definizione dell’artista stessa, di ‘Arte fatta dalla politica’ e non tanto in maniera politica. In altre parole, nelle sue opere la denuncia sulle violazioni dei diritti umani, la censura mediatica nel regime castrista e la chiusura dei confini a persone in transito sono tutti soggetti protagonisti delle installazioni. Si tratta di temi forti, emotivamente impattanti, capaci di parlare da sé, senza che l’artista debba costruire una narrativa complessa perché ne sia evidente la denuncia. Un esempio è la bandiera europea che ci accoglie all’ingresso della mostra, quel rettangolo blu a tuttə noi più che famigliare, la nostra culla abitativa, la nostra casa. A connettere le stelle gialle di cui è sovrascritto il blu, ci sono tanti fili spinati. Sotto la bandiera, una sedia e un microfono, perché i visitatorə possano prendere posto e, a voce alta, leggere un pezzo del libro ‘Le origini del totalitarismo’ di Hannah Arendt.

ARTivismo: fare attivismo politico tramite i linguaggi dell’arte. Utilizzare la performance artistica come strumento di cambiamento sociale, un cambiamento che parta dalle persone, dai visitatori e dalle visitatrici in primis, soggetti partecipanti e testimoni della riuscita di senso delle opere in mostra. Bruguera considera le sue installazioni ‘esperimenti sociali’, non materia statica da osservare in maniera raccolta, ma opere che non potrebbero dirsi riuscite senza l’interazione tra coloro che le osservano e ne fanno esperienza attivamente. In questo senso va letta una stanza quadrangolare alla quale si accede dopo essere stati timbratə sulla mano con una cifra progressiva. Un numero aggiornato quotidianamente: quello delle persone che hanno in quest’anno attraversato il Mediterraneo, compresə coloro che non ce l’hanno fatta e sono mortə nel tentativo di salvarsi sulle sponde della fortezza Europa. La stanza è vuota, ne percorre il perimetro solo una fessura sottile, dalla quale viene diffuso nello spazio un composto organico al mentolo che induce alla lacrimazione.
Secondo la descrizione che ne fa l’artista, a connotare di senso l’opera è proprio l’interazione delle persone: fermarsi in questo intercambio di sguardi costretti a incrociarsi tra le pareti di una stanza spoglia, uno spazio che coinvolge direttamente i visitatorə, nell’osservarsi reciprocamente, riscoprendosi capaci di provare empatia. È un’opera potente, che sottolinea l’importanza di riconoscere nel sentimento di empatia legato al fenomeno migratorio un imperativo morale e mette in luce l’insensibilità di ciascunə di fronte a quello che accade a pochi chilometri dai nostri confini, al tempo stesso denunciando l’assenza di umanità che connota le politiche migratorie dell’Unione Europea.
Molte delle installazioni dell’artista sono pensate perché le persone interagiscano tra loro, per fare in modo che da questo scambio reciproco prenda vita uno spirito critico che sappia dare voce alle ingiustizie del mondo. Una rivolta collettiva che parta dall’osservazione di ciò che troppo frequentemente ci sfugge, ma che è invece sotto i nostri occhi ogni giorno.

Gaia Bugamelli
© Credit immagini: Courtesy Romina Santarelli / Ministerio de Cultura de la Nación + Lorenzo Palmieri