Il 20 novembre di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, giorno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1959 adottò la Dichiarazione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e, trent’anni dopo, la Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
I bambini spesso non sono in grado di difendere adeguatamente i loro diritti, o non sono a conoscenza dei doveri e dei diritti di cui godono: diritto alla vita, al nome, a essere nutriti, alla sicurezza, al gioco, alla religione, all’informazione, alla libertà di espressione, a non essere sfruttati, allo studio, alla salute, a essere adottati e a non essere umiliati.
Nell’articolo 32 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza viene affermato:
«Gli Stati parte riconoscono il diritto di ciascun bambino, bambina, ragazzo e ragazza ad essere protetto contro lo sfruttamento economico e a non essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi o sia suscettibile di porre a repentaglio la sua educazione o di nuocere alla sua salute o al suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale o sociale.»

Apparentemente possono sembrare principi facili da applicare, dando per scontata la loro importanza, eppure sul nostro pianeta non tutti i minori godono di tali diritti. E per quanto si possa essere consapevoli di questa situazione non sempre siamo tutti in grado di intervenire; fortunatamente vi sono tante associazioni che operano in questi paesi.
Ne è un esempio l’organizzazione MAIA Onlus, acronimo di Make An Impact Association, associazione studentesca fondata nel 2010 da un gruppo di studenti dell’Università di Trento.
MAIA Onlus promuove assiduamente i valori della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 1989, concentrando la loro attività nei territori in cui questi diritti non sono riconosciuti. Un esempio è la città di Jenin, situata nel territorio della Palestina, dove la pesante situazione politica ed economica grava sui più deboli, sui bambini e sui ragazzi.
La comunità dei giovani di Jenin affronta problematiche come la mancanza di attività post scolastiche a scopo ludico e sportivo, una grande penalizzazione nell’espressione del talento culturale e artistico, l’assenza di condivisione di esperienze e idee con il resto del mondo.
Per poter dare il suo contributo MAIA Onlus ha realizzato progetti come attività sportive da considerare come un momento non solo di svago, ma anche di inclusione sociale, con un occhio di riguardo in più verso i ragazzi disabili. A tal proposito, MAIA si impegna a fornire all’interno delle scuole attrezzature e macchinari per facilitare bambini ipovedenti e non vedenti nello svolgimento di normali attività quotidiane fornendo anche orologi, giocattoli e bastoni.
Il servizio offerto da MAIA è sempre in continuo miglioramento, con la presa di coscienza delle difficoltà affrontate dai bambini ipovedenti e non vedenti e dalle loro famiglie, in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi di Trento. Un altro progetto comune è quello di creare – sia al di fuori della scuola che al suo interno – spazi adatti ai bambini e ai ragazzi, come un’aula gioco sicura e un’area esterna per accrescere la confidenza personale dei ragazzi.
Marta Federico