Esiste un momento esatto in cui di fronte a te si ferma uno di quei famosi treni, uno di quelli che passano una, massimo due volte nella vita, quando proprio sei fortunato. E lui mica se ne sta lì ad aspettarti mentre decidi. O molli tutto e sali, ma per quanto ne sai potresti anche deragliare dopo la prima curva, oppure lo guardi ripartire, ma a quel punto sta a te vedertela con il tuo lato che ancora vuole sognare. E non ti lamentare se poi smette di parlarti.
Per Marco Forcelloni il treno è passato all’inizio degli Anni Novanta, quando, all’età di trent’anni, la maggior parte dei quali passati a disegnare e a divorare ogni fumetto che gli capitasse sotto mano, si era ritrovato a lavorare in un ufficio di progettazione navale.

Un impiego che sicuramente va incontro a tutte le esigenze che la vita da adulto impone, ma a trent’anni, forse, adulto non lo vuoi ancora essere. E allora, appena a Marco si presenta l’occasione di provare a trasformare quella che fino a quel momento era stata una passione, un’esigenza, lui la coglie.

Grazie a un incontro quasi casuale riesce a entrare in contatto con il fumettista Giovan Battista Carpi, che all’epoca era da poco stato incaricato di fondare e dirigere l’Accademia Disney, una scuola per trovare e formare nuovi artisti. Prepara un book contenente i suoi lavori da presentare al maestro: questi piacciono e viene quindi scelto per frequentare un corso interno all’accademia. Ma l’impegno richiesto è incompatibile con un lavoro a tempo pieno e allora Marco decide di lasciare il posto in ufficio e di buttarsi – rigorosamente senza paracadute – in quest’avventura.
Nel giro di pochi anni diventa così disegnatore per diverse collane pubblicate da Disney Italia: dalla neonata testata dedicata alle Giovani Marmotte, passando per PK, fino ad arrivare a Topolino.
Ormai artista affermato, nel corso dei primi anni duemila, lascia il lavoro presso la multinazionale per dedicarsi a un progetto indipendente a cui si aggiunge una collaborazione con la casa editrice francese Fusion Comic.
Nel 2015 tuttavia riprende il lavoro con Disney, dedicandosi però questa volta alla Publishing Worldwide, nello specifico alla lavorazione dei libri a fumetti rappresentanti i film prodotti dagli studi Disney e Pixar.

Quasi in contemporanea, a partire dal 2016, assieme all’amico e autore Gian Luca Munari, inizia anche a disegnare Moe Mec & Stone, una striscia a fumetti, pubblicata giornalmente fino al 2019, con protagonisti un sasso, un moai e un vecchio computer.
Il motivo per cui Marco e Gian Luca (a cui in seguito si è aggiunto anche Francesco, il figlio di quest’ultimo, per tradurre in inglese i testi) hanno deciso di impegnarsi in un’opera di un genere fuori moda, com’è la striscia a fumetti, è oltremodo semplice: per loro disegnare e scrivere sono un divertimento.

E se trent’anni dopo essere salito su quel treno – senza esserne ancora sceso – l’unico rimpianto di Marco è quello di aver aspettato così tanto a farlo, capisci che forse hai fatto bene a buttarti e che si è sempre in tempo per disegnare un mondo in cui voler vivere.
Francesco Castiglioni
© Credit immagini: Courtesy Marco Forcelloni + link + link + link