Anche la civiltà cannibalica ci ha lasciato, morendo, qualcosa di apprezzabile: il bacio.
Umberto Saba
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Ci hanno insegnato a dare più importanza al primo, ma quello non è mai come ce lo saremmo aspettato. L’ultimo, invece, scappa via senza lasciarci lo spazio per accorgercene.
Catullo lo ha reso nobile, chiedendone mille.
Rostand ha provato a definirlo. Prima Hayez, poi Klimt e infine Magritte lo hanno saputo dipingere a modo loro, impossibile da imitare.

Qualcuno è durato meno di un istante. Il più lungo di sempre, pare, sia durato 58 ore, 35 minuti e 58 secondi.
Se è vero che la storia del mondo si può raccontare attraverso le guerre e le catastrofi, voglio pensare si possa raccontare anche grazie a un bacio.
Uno è stato dato a Times Square, a New York, alle 17.51 del 14 agosto 1945, durante i festeggiamenti per la fine della guerra.

Lui era un marinaio, si chiamava George Mendonsa, lei un’infermiera di nome Greta Zimmer Friedman. Nessuno dei due conosceva l’altro. E in quel bacio non c’era romanticismo, solo pura gioia, per celebrare la fine di un incubo e il ritorno alla vita.
Un altro è diventato famoso perché ancora oggi è ritratto su quello che resta del Muro di Berlino.

È stato dipinto nel 1990 e raffigura un bacio di 11 anni prima, quello fra il Segretario Generale dell’URSS Leonid Il’ič Brežnev e il presidente della DDR Erich Honecker, doveva rappresentare la solidità fra i due paesi. Ironicamente oggi ci ricorda che i muri, in fondo, esistono per essere abbattuti.
L’ultimo è rimasto immortalato per caso, a Vancouver, in Canada, dopo una finale di hockey persa dalla squadra locale.

In mezzo a una guerriglia urbana fra tifosi e poliziotti, un fotografo inizia a scattare foto a raffica mentre fugge dagli scontri. Quando la situazione si calma e può finalmente osservare ciò che è rimasto impresso nota qualcosa che non si sarebbe mai aspettato: in mezzo al tumulto compare una coppia di ragazzi, sdraiati sull’asfalto, Scott e Alex si scoprirà poi essere i loro nomi, che si stanno baciando. Come se volessero darsi coraggio, proteggersi a vicenda da quello che sta succedendo intorno.
Tre baci soltanto, fra le centinaia di migliaia che vengono dati ogni ora. Tre baci per ricordarci che spesso aprendo la bocca per parlare si potrà anche scrivere la storia, ma a volte, tenendola socchiusa, la storia si racconta.
Francesco Castiglioni