La storia di Marco Dolfin e di una straordinaria vittoria

La vita è una serie infinita di imprevisti, alcuni bellissimi, altri sconvolgenti. Non possiamo fermare questo flusso costante di eventi. L’unica cosa che ci è concesso fare è reiventarci, riadattarci, riscoprirci.

«Una freccia può essere scagliata solo tirandola prima indietro. Quando la vita ti trascina indietro con le difficoltà, significa che ti sta per lanciare in qualcosa di grande. Concentrati e prendi la mira».

Marco Dolfin, chirurgo ortopedico, a trent’anni si ritrova improvvisamente con una nuova compagna di viaggio per la vita: la sedia a rotelle

Nel 2011, appena tornato dalla luna di miele e a sole due settimane dalla sua assunzione presso l’ospedale San Giovanni Bosco di Torino, subisce un incidente stradale in moto che gli causa una paraplegia completa

Come fare? Come ci si riadatta a un cambiamento di questo tipo? Come fa la vita nel giro di pochi mesi a rimescolare le carte in questo modo?

Marco non si scoraggia. Per non perdere la speranza e la forza di ripartire, decide di rimettersi in vasca e nel 2012 si tessera F.I.N.P. federazione italiana nuoto paralimpico con la squadra Briantea. La prima volta in acqua è un disastro. Non riesce a finire i 50 metri. Decide di intensificare. Deve riuscire a vincere. 

Nel 2016 viene convocato in Nazionale; lo stesso anno vince la medaglia di bronzo ai Campionati Europei di Funchal e arriva quarto alle Paralimpiadi di Rio. Nel 2018 vince la medaglia argento ai campionati Europei di Dublino.

Nel frattempo, nascono i suoi due più grandi sostenitori, Mattia e Lorenzo.

Ma come fare a tornare a fare il suo lavoro in carrozzina?

Ecco che entra in gioco Paolo Anibaldi, un chirurgo paraplegico dall’età di 17 anni, inventore di un macchinario che gli permette di operare in posizione eretta. Ma non basta. Per un chirurgo ortopedico è necessaria una grande libertà di movimento durante le operazioni, dunque inizia a cercare una sedia a rotelle verticalizzabile. Incontra Roberto e Alessio Ariagno, tecnici delle Officine Ortopediche Maria Adelaide, che gli creano una carrozzina apposta comandata da un joystick, posizionato dietro il gomito. Grazie a questa può finalmente tornare in sala operatoria con grande stupore generale. 

Ad oggi Marco è un chirurgo e atleta molto rinomato. Ci dimostra che nella vita davvero tutto è possibile. Che la vita può essere tanto dura ma anche estremamente gratificante. Imprevedibile. Ogni giorno si rinasce, ogni oggi avrà un domani. «Non si è mai visto né udito, sin dai tempi antichi, di un inverno che si sia trasformato in autunno. Non importa quanto sia freddo e pungente l’inverno, la primavera arriverà sicuramente».

Trovate l’intervista a Marco sul nostro canale Spotify Se non ora quando, correte ad ascoltarlo!

Adele De Pasquale

© Credit immagini: link + link

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