Un’altra volta saprei
Troppo poco ho goduto delle piogge di primavera e dei tramonti.
Troppo poco ho assaporato la bellezza delle vecchie canzoni e le passeggiate sotto il chiaro di luna.
Troppo poco mi sono inebriato del vino dell’amicizia
benché al mondo ci fosse sì e no un paese dove non avessi almeno un paio di amici.
Troppo poco tempo ho riservato per l’amore
a disposizione del quale stava tutto il mio tempo.
Un’altra volta saprei godere incomparabilmente più nella vita.
Un’altra volta saprei.
Izet Sarajlić
Con queste parole, il poeta bosniaco Izet Sarajlić, rimpiange il tempo trascurato, concentrato in attività fittizie e superficiali, distraendolo da ciò che realmente ha valore, come l’aver poco goduto della semplice bellezza di una calda giornata di primavera, tramonti che si tuffano in mare, anziché di lunghe passeggiate al chiaro di luna.
Non solo rimpiange il poco tempo impiegato ad assecondare i sensi destati dalla natura, ma anche il poco tempo dedicato al godere dei reali rapporti umani come il vino dell’amicizia e il poco tempo riservato all’amore a disposizione del quale stava tutto il tempo.

Frasi accompagnate da parole di rimpianto, come un’altra volta saprei e nostalgiche, con una leggera sfumatura di malinconia, ma che si intersecano perfettamente con ciò che disse il filosofo Seneca:
«Ci è stata data una vita abbastanza lunga per il compimento di cose grandissime; ma quando si perde tra il lusso e la trascuratezza, quando non la si spende per nessuna cosa utile, quando infine ci costringe la necessità suprema, ci accorgiamo che è già passata essa che non capivamo stesse passando. È così: non abbiamo ricevuto una vita breve, ma l’abbiamo resa tale, e non siamo poveri di essa, ma prodighi»
Chiunque leggendo questa poesia, potrà immedesimarsi nel rimpianto del poeta ed elencare, personalmente, di cosa ha goduto troppo poco – baci mancati, carezze sfiorate, sguardi sfuggenti oppure sentimenti non espressi – dando per scontato una visione ciclica del tempo e di come potesse ripetersi in ciò che egoisticamente si osa quantificare in secondi, minuti e ore, con la prepotenza di poter padroneggiare un’entità astratta rendendola materiale.

Ma se solo si smettesse di essere così frenetici, di correre questa inutile e inesistente maratona contro il tempo… basterebbe solo rallentare, chiudere gli occhi e comprendere che in realtà il tempo scorre a nostro favore concedendosi a chiunque il più possibile, basta solo impiegarlo nel modo corretto; con le parole di Alice attraverso lo specchio:
«Sono sempre stata convinta che foste un ladro e che vi divertiste a portarmi via coloro che amavo. Ma voi date prima di togliere. E ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo in più è un regalo»
Marta Federico