Antifragile è un affascinante neologismo che ho scoperto recentemente e che vorrei condividere con voi.
A coniarlo è stato Nassim Nicholas Taleb, che riflette sul concetto di fragilità e non fragilità nel suo libro Antifragile. Antifragile supera il concetto di robustezza: ciò che è antifragile trae benefici dagli shock, prospera e cresce quando è esposto a mutevolezza, casualità, disordine e fattori di tensione, ama l’avventura, il rischio e l’incertezza.
Il vento spegne la candela e alimenta il fuoco. Lo stesso vale per la casualità. La tesi del libro è che disordine, tensione e rischio hanno un potenziale positivo per chi sa coglierlo.
Dopo i mesi complessi del lockdown, si apre un nuovo capitolo. Leggo il libro e mi guardo intorno attraverso gli occhi di Taleb: noto una grande paura e il bisogno di prevedere quello che ci succede, così da diminuire i rischi, che spaventano. Attraverso il racconto di fenomeni biologici, esperienze personali, fatti storici e conoscenze matematiche, Taleb cerca di sradicare il timore verso l’imprevisto, mostrando che proprio i rischi e i fattori di stress contengono potenziali di crescita e evoluzione.
Ho scoperto un nuovo punto di vista: il libro fornisce una chiave di lettura diversa per interpretare quello che ci circonda.
E’ una sfida diventare antifragili, gli ingredienti essenziali sono coraggio e voglia di sperimentare.
Qui una pillola del linguaggio che contraddistingue Nassim Nicholas Taleb e i suoi scritti:
Valeria Molinari