Ho gridato questa notte.
Ho emanato dalla voce il buio pietoso della mia disperazione.
Mi sono sentito perso di odio nel carcere della solitudine.
Soffocato dall’ombra della paura.
Avevo visto il mondo andare avanti e io contorto, ferito, inciampare e rimanere sospeso di fango.
Poi ho riempito i polmoni, ho reclinato la testa lontano, oltre, e ancora oltre.
Ho connesso la mia forza a miliardi di cuori, ho sorriso, ho allargato le braccia al cielo senza voler capire, ho lasciato scorrere il ruscello del cuore dalle mie braccia e ho sentito respirare la vita.
Cercavo da ore nel buio una mano da stringere e allora, soltanto allora, ho sentito la spinta verso l’alto.
Alla fine mi sono alzato da quel letto di incubo.
E senza comandare la mia lingua ha detto grazie.
Davide Rossi
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