Amavo stare da sola e amavo stare con gli altri, ma non sapevo di poter stare da sola con qualcun altro finché non ho conosciuto te.
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Amavo stare da sola e amavo stare con gli altri, ma non sapevo di poter stare da sola con qualcun altro finché non ho conosciuto te.
La meraviglia negli occhi di Davide nel vedere per la prima volta i suoi amici, lì, inermi, preoccupati, inteneriti. Al campetto.
A Torino mi sento come quando la notte vado a bere un bicchiere d'acqua e non mi serve accendere le luci, tanto la strada la conosco. Di Torino mi piace anche che in realtà non la conosco ancora davvero, ma ci sono posti che guardo e mi sembra di guardare un ricordo.
Una stanza di ospedale e un dialogo tra due pazienti
Oggi è il primo giorno di scuola e come ogni anno mi sorprendo della semplicità dei bambini. Sono sconosciuti, ma un secondo dopo stanno giocando insieme. A loro non importa del colore degli occhi, dei capelli o della pelle del loro compagno di gioco. Non gli importa se i loro vestiti sono costosi o meno, a loro importa giocare e divertirsi. A volte penso che dovremmo farci insegnare l’inclusione dai bambini.
Due amiche, legate da anni di complicità, vivono con entusiasmo il rituale settimanale di partire in bicicletta insieme dopo le lezioni. Con uno schema ben coordinato, fatto di equilibrio, fiducia e divertimento, i loro viaggi in bicicletta si trasformano in un simbolo di amicizia autentica, e un ricordo prezioso che entrambe conservano con affetto.