Watchmen: che fine ha fatto il Sogno Americano?

Nel 1986 la casa editrice americana DC Comics, dà inizio alla pubblicazione di Watchmen, un fumetto in dodici albi scritto da Alan Moore (V per Vendetta, From Hell) e illustrato da Dave Gibbons

Alan Moore

La storia, ambientata negli Stati Uniti della seconda metà del Novecento, è basata su un’ucronia: il mondo è esattamente come lo conosciamo se non per la presenza di vigilanti mascherati (prima riuniti sotto il nome di Minutemen e in seguito divenuti Watchmen) al soldo del governo americano, utilizzati per sorvegliare le strade e intervenire in situazioni di interesse nazionale. Tant’è vero che l’allora Presidente Richard Nixon se ne servì per ottenere la vittoria della Guerra in Vietnam; questo gli diede un enorme consenso popolare che gli permise di essere rieletto più volte, fino al 1985, anno in cui ha effettivamente inizio la narrazione. 

Watchmen (2009 – Zack Synder)

In un’America che, al grido di «Who Watches the Watchmen?», ha finito col mettere al bando i vigilanti, la Guerra Fredda ha raggiunto il momento di massima tensione e lo spettro di un’apocalisse nucleare si fa sempre più minaccioso.
Quello che nelle prime pagine potrebbe sembrare un classico fumetto a tema supereroistico, dunque, si mostra in realtà come un ritratto crudo e terrificante della società moderna. 

I sei personaggi protagonisti, che vanno dall’uomo comune al superuomo, dal più integro idealista allo sfrenato fanatico, rappresentano ciascuno un lato della psiche umana, un suo modo possibile di reagire di fronte all’imminente catastrofe.
Infine c’è addirittura chi, avendo visto il vero volto del mondo, mondo che in principio si era promesso di salvare, ha finito per esserne disgustato, tanto da riuscire ad affrontarlo solo diventandone una parodia, una barzelletta

Leggere Watchmen non significa leggere un semplice fumetto. Significa approcciarsi a una storia universale, senza tempo, che oggi, a quasi quarant’anni di distanza, continua a essere drammaticamente attuale e viva, palpabile, in quello che vediamo alla televisione, su internet o negli sguardi di chi abbiamo di fronte sul treno.
Significa, inevitabilmente, essere messi di fronte a una realtà che a volte non vogliamo vedere. Chiedersi da che parte stare, scegliere con chi identificarsi, non capire dove risieda la ragione e magari sentirsi in colpa per aver simpatizzato con chi sta dalla parte del torto. Domandarsi «Che fine ha fatto il Sogno Americano?» e arrivare alla conclusione che forse si è avverato e che è quello in cui stiamo vivendo. 

E in fondo un romanzo dovrebbe fare questo: costringere a porsi domande, di quelle che si preferisce evitare perché fanno troppa paura. Le risposte cercatele pure

Francesco Castiglioni

© Credit immagini: link + link + link

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