Arabpop: uno sguardo fuori Occidente

Arabpop. Rivista di arti e letterature arabe contemporanee è una nuovissima rivista indipendente tutta italiana, nata nel 2021 e che, ad oggi, si costituisce di due numeri: quello dell’autunno 2021 dedicato al tema della metamorfosi e il numero due, uscito in primavera, il cui topic è il futuro. L’intento di questa rivista è quello di raccontare a un pubblico occidentale, nella fattispecie italiano  e, di conseguenza, in lingua italiana, il mondo arabo con le sue mille sfaccettature. Arabpop vuole smontare tutti i falsi miti e gli stereotipi legati alla cultura araba, eliminare i filtri occidentali alle lenti degli occhiali con i quali siamo abituati a guardare a questi paesi e, sopra ogni altra cosa, raccontare un mondo poliedrico e ricchissimo che non potremmo immaginare neppure lontanamente, per il semplice fatto che in Occidente arriva quasi sempre e solo il lato negativo di questo mondo.

Il titolo scelto per la rivista, d’altronde, parla chiaro: si vuole rendere un po’ più pop una cultura sconosciuta ai più. Il formato, la grafica, l’impaginazione e la cura editoriale dietro a questo prodotto sottolineano il desiderio di renderlo accattivante: insomma, trovandosi davanti ad Arabpop viene una gran voglia di scoprire ogni cosa sui paesi del mondo arabo. 

Gran parte degli articoli sono di natura letteraria o legati al mondo delle arti: poesie, fumetti e illustrazioni di artiste e artisti arabi; ma non mancano pezzi di attualità e interviste capaci di aprirci gli occhi su mondi che neppure sapevamo esistessero. Gli stralci di romanzi, come ‘Kafka a Tangeri’ del marocchino Mohammed Said Hijouij o ‘Solo il melograno’ dello scrittore iracheno Sinan Antoon, sono pezzi di letteratura preziosissimi e ci mostrano la bellezza di due opere altrimenti illeggibili, non essendo mai state tradotte in italiano e, spesso, in nessuna lingua occidentale. Le testimonianze fotografiche di Mohammad Alkouh, invece, ci permettono di scoprire il passato del Kuwait, passato spesso scomparso del tutto, fagocitato dall’ultra-modernità (quella che noi siamo abituati ad associare a questo paese). E forse non ci siamo mai chiesti come si fa a fare stand-up comedy in un paese come l’Egitto, ma leggendo Arabpop si scopre che per gli stand-up comedian egiziani le cose non sono semplici e che voler far ridere come mestiere può essere una vera e propria sfida, in certe parti del mondo. Estremamente importante, poi, è l’articolo della studiosa Sara Borrillo, nel quale si racconta del festival queer e femminista Choufthouhonna e, più in generale, dell’attivismo in Tunisia.

Arabpop è una rivista curatissima, estremamente ben fatta e molto densa, in grado di arricchire chiunque scelga di avvicinarvisi. Vuole ampliare la geografia dei nostri orizzonti mentali e lo fa già dall’indice, strutturato proprio come una cartina geografica, dove gli articoli vengono collegati mediante linee al ‘loro’ paese. 

Arapop è una rivista, ma è anche molto di più: è un vero e proprio viaggio, uno di quelli che non ti aspetti di fare e che ti stupisce a ogni nuova tappa. 

Barbara Talarico

© Credit immagini: link + link

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