The Tank, la radio: un’opportunità per i detenuti per essere parte di una comunità

In Texas, nel carcere Polunsky, ci sono circa tremila detenuti, la maggior parte appartiene alla sezione di massima sicurezza o a quella per i condannati a morte. La legislazione americana è chiara: queste persone non devono avere contatti, non possono andare in mensa, nel cortile o in chiesa, o lavorare. Passano le loro giornate in solitudine, chiusi in cella. Come passatempo, la televisione non è sempre disponibile, mentre la radio è più diffusa: poi, se a qualcuno dovesse mancare, basta che i vicini di cella alzino il volume per fargliela sentire, è una pratica comune a tante prigioni americane.

Nel 2020, con l’arrivo del nuovo direttore, un gruppo di detenuti ha chiesto di poter creare una propria radio. Il progetto era semplice, tutti i programmi sarebbero stati preregistrati, in modo che tutto potesse essere esaminato e rivisto dal direttore stesso. L’idea fu approvata, a inizio gennaio partirono le prime trasmissioni radiofoniche sulla frequenza 106.5.

Nessuno dei fondatori pensava che The Tank, questo il nome scelto per la radio, potesse avere un ruolo così importante. Attraverso la programmazione radiofonica i detenuti in isolamento possono uscire con l’immaginazione dalle loro celle. I programmi trasmessi sono di vario tipo: funzioni religiose, programmi di prevenzione del suicidio, musica di vari generi, dal rap al blues passando per l’heavy metal, lettura di saggi e poesie, un notiziario quotidiano. Tutto il palinsesto è creato dai detenuti per i detenuti. 

Keri Blakinger, giornalista Texana, è andata a intervistare, grazie a un’autorizzazione speciale, alcuni speaker radiofonici e un detenuto del braccio della morte ascoltatore della radio. Quest’ultimo, le ha raccontato come l’isolamento costante lo avesse portato a vivere in uno stato di profonda solitudine facendolo dubitare perfino della sua stessa esistenza. La radio gli ha dato ridato l’umanità, gli ha permesso di sentirsi parte di una comunità.  Lui contribuisce mandando poesie alla radio, che vengono poi messe in onda. Ramirez, questo il suo nome, ha poi raccontato di come abbia riversato tutte le sue energie nella stazione radio, nella speranza di lasciare qualcosa di buono e che aiuti le altre persone, nonostante il male commesso.

Il primo agosto 1981 MTV, nuovo canale televisivo, iniziava a trasmettere mandando in onda il video di ‘Video killed the radio star’, canzone dei Buggles, facendo così intendere che la televisione avrebbe ucciso la radio. Non possiamo ancora affermare che questa predizione fosse sbagliata, magari si deve ancora avverare, ma quello che è certo, come dimostra l’esperienza di The Tank, è che la Radio è tutt’ora un potente mezzo di comunicazione capace di far sognare e riflettere chi la ascolta. 

Andrea Antoniazzi

© Credit immagini: link

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