Incentivare forme di cittadinanza attiva, approfondire la conoscenza di persone cresciute in contesti diversi, stimolare al confronto e al dialogo intergenerazionale, supportare qualcunə nell’avviamento di una nuova vita. Questi i concetti chiave alla base della Onlus Refugees Welcome Italia, che dal 2015 lavora con persone rifugiate e famiglie italiane, nel tentativo di promuovere coabitazioni solidali che incentivino l’indipendenza di ragazzi e ragazze migranti.

«RWI è un’organizzazione, parte di una rete internazionale, [il cui obiettivo] è quello di attivare la cittadinanza nell’inclusione sociale di rifugiate e rifugiati attraverso l’accoglienza» racconta Carolina, responsabile delle convivenze per il gruppo territoriale di Milano.

Le attività di Refugees Welcome si strutturano fondamentalmente su due tipologie di programmi: accoglienza in famiglia da un lato, mentoring dell’altro. La ricerca di una soluzione abitativa per persone rifugiate all’interno di un nucleo familiare nasce nell’ottica di dare a persone che escono dal sistema di accoglienza italiano la possibilità di consolidare un’adeguata rete sociale di sostegno prima di iniziare a vivere per conto proprio. Per coloro che lasciano i circuiti di accoglienza statali, il rischio è che si ritrovino in situazioni di marginalità atte a «compromettere i primi passi compiuti per inserirsi nel nostro Paese». (RWI).
Il programma mentoring, invece, è rivolto a chi non abbia la possibilità di ospitare persone migranti ma voglia lo stesso impegnarsi in un’attività di sostegno e accompagnamento, nonché a coloro che pur non essendo alla ricerca di soluzioni abitative di medio periodo, desiderano il sostegno di qualcunə che li stimoli a sviluppare le proprie opportunità di integrazione. Questo secondo programma prende vita dalla convinzione (scientificamente provata) che la possibilità di consolidare delle reti interrelazionali abbia un impatto positivo sulla vita delle persone rifugiate.
Arrivata in Italia nel 2016 dall’Argentina con una laurea in psicologia, Carolina si occupa di coordinare le convivenze e i vari attorə coinvolti (famiglie, rifugiatə, attivistə RWI) nel territorio di Milano. Quando le domando perché abbia scelto di investire professionalmente in questa associazione e quali siano gli aspetti che più le piacciono del suo lavoro risponde: «mi piace fare qualcosa di concreto per qualcuno, credo che l’accoglienza in famiglia sia un grande aiuto per le persone migranti e rifugiate che sono in Italia da tempo e magari iniziano, come me, a dimenticare cosa significhi ‘casa’. Avere la possibilità di vivere dentro una famiglia aiuta a costruire rete, a essere parte, a essere incluso.»

RWI, con i suoi attivistə e la rete di famiglie disposte a collaborare, può considerarsi una risposta della società civile a uno dei problemi più urgenti del nostro tempo: la crisi ambientale, economica e i conflitti che costringono molte persone a migrare alla ricerca di un futuro migliore.
In risposta alla mia insistenza circa quale sia l’obiettivo a lungo termine dell’organizzazione, Carolina non potrebbe suonare più sicura di sè: «Il progetto che abbiamo in RWI è lavorare per cambiare la percezione sociale nei confronti dell’immigrazione, combattere i pregiudizi e creare una società più aperta e inclusiva. Aprire le porte di casa ed essere disponibili a conoscere altre realtà può essere il cammino per arrivare a questo cambiamento.»
Gaia Bugamelli
© Credit immagini: Courtesy Refugees Welcome Italia