Il 14 luglio 2019, al termine di quella che verrà ricordata come una delle migliori partite di tennis di sempre, Roger Federer perde, contro uno strapotente Novak Djokovic, la finale di Wimbledon.
Fatta eccezione per la vittoria nella sua Basilea, qualche mese più tardi, ad oggi quella resta l’ultima finale giocata dal tennista svizzero.

Il 25 ottobre 2015, durante il Gran Premio della Malesia, Valentino Rossi, dopo un duello senza esclusione di colpi, allargando il ginocchio, fa appositamente cadere Marc Márquez costringendolo al ritiro. Questo gesto gli costerà una penalizzazione sulla griglia di partenza del gran premio seguente, l’ultimo della stagione, che lo vedrà partire in ultima posizione, portandolo inevitabilmente a dire addio al sogno di vincere il suo decimo titolo iridato.

Quasi quattro anni e più di diecimila chilometri separano questi due momenti, eppure, sotto molti aspetti non potrebbero essere più vicini.
Entrambi, infatti, segnano un punto di non ritorno nella carriera dei due: Roger, complici anche gli infortuni e le sfortune, non riuscirà più a vincere un torneo del Grande Slam, mentre per Valentino inizierà un lento declino che lo porterà, nel giro di pochi anni, a non essere più in grado di competere ai livelli di prima.

E che sarà mai, si potrebbe pensare. Dopo aver vinto tutto quello che c’era da vincere e a quarant’anni suonati forse sarebbe anche arrivato il momento di smettere. In fin dei conti sono tanti i campioni della storia dello sport a non aver capito che era arrivato il momento di ritirarsi e che hanno prolungato l’agonia, loro e di chi li ha tifati, oltre il limite.

Ma esistono i campioni, e poi esistono le leggende, quelle figure che hanno qualcosa in più dei normali esseri umani. Qualcosa che non ti fa semplicemente essere il migliore, ma è qualcosa che ti porta a superare continuamente te stesso, che ti rende più forte del tempo che scorre e delle voci che ti dicono di fermarti. È qualcosa che quando ti volti e intorno a te vedi soltanto ragazzi con la metà dei tuoi anni, tra i quali lo sai, se ne nasconde uno che prima o poi batterà i record che hai raggiunto, ti fa pensare a tutto quello che hai sacrificato per arrivare dove sei, a tutti i momenti che hai saputo incidere nella storia, alle vite che, anche solo per un pomeriggio, sei riuscito a rendere più belle. E allora abbassi la visiera del casco e lanci in aria la pallina, perché non è ancora arrivato il momento di smettere.
Francesco Castiglioni