Arte e ospedali. Sono due realtà agli antipodi, eppure negli ultimi anni sembrano avere molto più a spartire l’una con l’altra di quanto normalmente ci si aspetterebbe. Perché? Grazie all’approccio della onlus Officine Buone, di cui vi avevamo raccontatato in un precedente articolo. Ebbene sì, quest’associazione nata da un’idea di Ugo Vivone fa ancora parlare di sé e stupisce per la genuinità dei suoi progetti.
Se Officine Buone era riuscita a trasportare l’arte in ogni sua forma fra le corsie degli ospedali italiani, St.Art! rende protagonista il teatro. Il format ormai ci è familiare: trasformare il talento in una forma di volontariato. Il reparto prescelto da St.Art! è quello dei disturbi del comportamento alimentare e il talento donato è quello di tre giovani attori professionisti, Linda Caridi, Mattia Pozzi e Chiara Leoncini, che lavorano in collaborazione con l’Associazione Erika dell’Ospedale Niguarda e con un’equipe medica specializzata in psicoterapia.
Ogni settimana vengono organizzati dei laboratori teatrali con i pazienti in un’atmosfera di gruppo basata sulla fiducia e sull’assenza di giudizi. Un’atmosfera in cui è proprio il corpo a farla da padrone: al di là dei limiti fisici dei pazienti, ci si concentra sulla forza espressiva della voce, del viso, dei movimenti, incoraggiando i partecipanti ad assumere una diversa concezione della propria fisicità che si fa strumento di comunicazione espressiva e funzionale in una dimensione collettiva di crescita e apprendimento.
I risultati ottenuti con St.Art! si traducono in un successo su più livelli: i mezzi offerti dal teatro spingono infatti i pazienti a valorizzare le proprie peculiarità, senza mai perdere di vista sé stessi e ciò, a detta dei medici, impatta positivamente anche sul loro quadro clinico.
Federica G.