Fra le corsie degli ospedali italiani, dove il tempo sembra distendersi e quasi fermarsi, è possibile da qualche anno assistere all’operato della Onlus Officine Buone. Nata da un’idea di Ugo Vivone, l’associazione si propone, in modo estremamente innovativo, di trasformare il talento in una forma di volontariato e di donarlo ai pazienti ricoverati: il tempo così scorre con più leggerezza e le giornate non sono mai banali o ripetitive.
Quindici città, quaranta ospedali e più di mille volontari coinvolti. I numeri di Officine Buone sono in costante aumento: sempre più sponsor aderiscono al progetto, gli appuntamenti sono oltre cento ogni anno e un crescente numero di giovani provenienti dal mondo della musica, della cucina e della letteratura, mette a disposizione il proprio talento per i meno fortunati.
La portata innovativa dell’associazione si esprime con forza in uno dei suoi progetti di maggior successo, ossia Special Stage. Gli ospedali diventano così teatro di uno speciale talent musicale in cui a giudicare le esibizioni dei giovani artisti sono pazienti, personale medico e figure legate al mondo dello spettacolo: Fabio Fazio, Ornella Vanoni, J-Ax e tantissimi altri.
Lo stesso format è applicato ad un altro progetto, di più recente introduzione, denominato Special Cook: protagonista indiscussa è la buona cucina. Grazie al talento di giovani chef professionisti, si dà un importante incentivo alla sensibilizzazione e diffusione della cultura alimentare in ospedale, ambiente che più di altri necessita di dare rilevanza alle qualità terapeutiche del cibo.
Quella di Officine Buone è una realtà multiforme, le cui diverse sfaccettature cooperano per un fine unico. La comune passione per l’arte diviene così, per pazienti e volontari, fattore di umanizzazione delle cure, momento di condivisione e occasione per stringere sinceri legami di amicizia.
Federica G.