La Band degli orsi: un appiglio di serenità per i bambini del Gaslini

Nasce nel 1999 La Band degli Orsi, associazione che si propone di stare accanto a famiglie e ricoverati dell’Istituto Giannina Gaslini (ospedale pediatrico Genovese). È grazie alla costante presenza e impegno dei volontari, nonché agli accordi con il Comune, che la Band è diventata punto di riferimento per i piccoli ospiti dell’Istituto e per i loro cari. L’operato dell’associazione è duplice: l’animazione in reparto e l’assistenza alle famiglie. Infatti, oltre al lavoro in ospedale, che consiste nell’intrattenere e divertire i bimbi ricoverati, c’è la Tana degli Orsi: una casa messa a disposizione delle famiglie dei degenti per fornire servizi base come la possibilità di fare lavatrici, cucinare qualcosa o anche semplicemente sedersi in un luogo diverso dall’ospedale, sebbene estremamente vicino, e di scambiare quattro chiacchiere con i volontari a disposizione. Sul territorio sono inoltre presenti sei Rifugi, per un totale di circa venti camere dove si può pernottare gratuitamente e da qualche anno è attiva la Tana degli Orsetti: un asilo nido gratuito per i ricoverati dimessi o per i loro fratellini. Abbiamo intervistato Irene Ghezzi, che da qualche anno fa parte di questa realtà.

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Come ti sei avvicinata alla Band e in cosa consiste questo tipo di volontariato?
«Avevo voglia di impegnarmi di qualcosa di serio e strutturato e questa associazione faceva al caso mio: prima di poter entrare, infatti, è necessario svolgere un corso di formazione che dura svariati mesi in modo da essere preparato al rapporto con bimbi e adulti. Le esperienze sono molto diverse e vale la pena viverle tutte. In reparto si entra in una realtà particolare, capita che con poco i bambini siano molto contenti così come succede che alcuni non abbiano voglia di ridere e scherzare; l’aspetto della malattia, in realtà, non è pregnante: noi siamo lì per far divertire dei bambini e ogni tipo di giudizio è sospeso, ci comporteremmo allo stesso modo al di fuori dell’ospedale. Per quanto riguarda, invece, il supporto alle famiglie, mi è capitato di recente di rivalutare proprio questo tipo di servizio: ascoltare i racconti dei genitori, aiutarli a esprimersi o anche semplicemente far loro compagnia in un momento in cui riescono a staccare la spina (ossia il tempo condiviso nella Tana dell’Orso) è estremamente arricchente e utile».

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Siete in tanti? Come vi si può trovare e soprattutto aiutare?
«Siamo più di trecento, ma con tutti i progetti che abbiamo in mente serviranno sicuramente altri volontari! Per quanto riguarda il come trovarci beh, la cosa più efficace, ad oggi, è stata il passaparola: abbiamo anche un sito e un giornalino (il BLA BLA BAND) ma cominciamo a essere più ‘famosi’ anche grazie ai servizi che le televisioni locali ci hanno dedicato. Per quanto riguarda l’aiuto, al di là delle attività di autofinanziamento che svolgiamo con il servizio ‘bomboniere’, viviamo grazie alle donazioni che ci permettono di fornire un aiuto sempre più capillare a chi ha bisogno di noi».

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Daniela R.

© Credit immagini: link + link

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