Non sono state solo le tavole rotonde i momenti di discussione della 7^ edizione del Forum Ferdinando Rossi, il convegno interdisciplinare, organizzato da studenti della Scuola di Studi Superiori “Ferdinando Rossi” dell’Università di Torino, che si è tenuto nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale della città dal 12 al 14 aprile 2023.
Nelle tre giornate di Forum, ogni coffee break, pranzo e serata è stata un’occasione di confronto tra professori, ricercatori, studenti, membri del Comitato organizzatore e del pubblico, creando il clima vivace e stimolante tipico dell’evento.

Silvia Ruggeri è tra gli studenti e le studentesse che, tramite una Call for abstracts, sono stati selezionati per partecipare alle tavole rotonde del Forum. Si tratta di due momenti previsti nell’ambito del convegno in cui viene data la possibilità di esporre un proprio approfondimento sul tema del Forum, in questo caso la costruzione e decostruzione dell’identità, e di discuterlo insieme a colleghi, pubblico e coordinatori della tavola rotonda. Silvia, che studia Antropologia ed Etnologia al Collegio Superiore dell’Università di Bologna, conferma l’opportunità che le tavole rotonde rappresentano per studenti e studentesse: «È la prima volta che partecipo ad un’iniziativa di questo tipo e credo sia molto interessante l’idea di avere studenti, studentesse, ricercatori e ricercatrici insieme, soprattutto perché viviamo un’accademia molto individuale e individualistica. Ho già conosciuto un po’ di persone e abbiamo fatto delle chiacchiere interessanti: è bello che le persone sperimentino l’accademia insieme. Credo sia un po’ la direzione che dovrebbe prendere l’accademia, almeno quella in cui a me piacerebbe che andasse: fare le cose insieme è sempre più bello che farle da soli e da sole».

Le fa eco la sua compagna di viaggio Shivani Singh, studentessa di Medicina e Chirurgia al Collegio Superiore di Bologna: «Il motivo per cui ho deciso di partecipare alla call for abstracts era quello di mettermi in gioco in un ambiente in cui c’è discussione e di portare avanti una piccola ricerca che sto conducendo dall’inizio del mio percorso universitario. È stato molto bello nei momenti di pausa poter avere un confronto con i professori o con gli altri studenti che parteciperanno alle tavole». Aggiunge Alessia De Filippis, che studia Lingue e Letterature moderne a Torino: «Dialogando con gli altri partecipanti della tavola rotonda sono usciti degli spunti di riflessione molto interessanti che non vedo l’ora di approfondire in occasione delle tavole rotonde di oggi e di domani».

Tutti gli ospiti delle tavole rotonde apprezzano la grande opportunità offerta dal Forum a studenti e studentesse che durante gli anni di università trovano pochi spazi di condivisione dei risultati delle loro ricerche. «Devo dire che è abbastanza difficile trovare opportunità di esporre i propri contenuti accademici all’interno di contesti in cui c’è possibilità di discuterli con colleghe e colleghi. Si passa molto tempo a studiare e si fanno ricerche importanti dal punto di vista sia temporale sia economico, però poi si fa fatica a trovare un luogo in cui si può dire ‘anche tu, anche se non hai fatto ancora un dottorato, sei in grado di tenere un discorso di ricerca’», commenta Luca Piccolboni, studente di Scienze del Corpo e della Mente presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino.

«È particolarmente importante dare spazio agli studenti, perché sono una grande fonte sia di entusiasmo sia di idee originali, di domande particolari e fantasiose che in realtà servono molto per far procedere la ricerca», aggiunge Stefano Zucca, Post-doc al Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi di Torino, che ha aperto e coordinato la tavola rotonda scientifico. Stefano introduce un altro elemento chiave del Forum, l’interdisciplinarietà. «Uno degli approcci più importanti per quello che è ad esempio il mio ambito, quello delle neuroscienze, è quello di mettere insieme persone che hanno un background sia scientifico sia umanistico, per avere nuove idee che facciano andare avanti la ricerca».

A questo proposito, sul valore aggiunto dato dal carattere interdisciplinare del Forum si soffermano molti degli ospiti delle tavole rotonde. «Non è facile mettere a confronto argomenti scientifici e umanistici e l’interdisciplinarietà è l’aspetto che più mi piace della psicologia e della psichiatria», afferma Valentin Iftime, studente di Medicina e Chirurgia all’Università di Torino.

Michele Vinai e Luca Piccolboni rivelano di aver scelto di partecipare proprio per il carattere interdisciplinare del Forum. «Sto cercando di muovere dal campo filosofico al campo anche psicologico e biologico», spiega il primo, che studia Filosofia a Torino, «e trovo interessante la possibilità che il Forum dà di iniziare un dialogo interdisciplinare, per il fatto che una spiegazione olistica di un problema così importante quale quello dell’identità personale credo non possa essere data da un solo punto di vista, ma richiede l’interazione tra piani diversi». Aggiunge il secondo: «L’interdisciplinarietà è la colonna portante di quello che mi muove nella ricerca. Sicuramente se fosse stato un forum monodisciplinare non avrei avuto le competenze per partecipare».

Sara Fontanelli, dottoranda in Filosofia Teoretica all’Università degli Studi di Torino (Consorzio FINO), ha introdotto e coordinato la tavola rotonda umanistica. Al riconoscimento della vocazione interdisciplinare del Forum affianca l’intento di divulgazione e condivisione dei frutti della ricerca con la cittadinanza, aspetto che rientra appieno nella ‘Terza Missione’ dell’università. «A mio avviso oggi nella tavola umanistica abbiamo creato uno spazio autentico di interdisciplinarietà, perché c’erano contributi da più provenienze. Ho partecipato ad altri convegni e conferenze in contesti accademici, ma è la prima volta che intervengo in un evento che mi sembra al crinale tra l’accademico e il divulgativo e in cui viene dato molto valore anche alla divulgazione di contenuti che stanno tra lo scientifico e l’extra-scientifico. Ho quindi apprezzato moltissimo sia l’interdisciplinarietà e il rigore scientifico, sia la possibilità di divulgarli».

Elena Del Col
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