A Lampedusa, l’isola italiana più vicina all’Africa che all’Italia, tra le stradine tutte simili su cui si affacciano molte casette di pescatori, vi è un edificio che interrompe il paesaggio: un basso cubo di cemento interamente ricoperto da un murales, azzurro come il mare, che tutto circonda e assorbe, e con moltissime tartarughe, il simbolo dell’isola. Questo cubo colorato ospita l’unica biblioteca di Lampedusa, progettata nel 2012 e aperta nel 2017.
Il progetto di fondare una biblioteca a Lampedusa è dovuto all’associazione svizzera IBBY, che si propone di facilitare l’incontro tra libri, bambini e bambine e ragazzi e ragazze, impegnandosi a garantire nelle aree più disagiate il diritto di accedere alla lettura. Oggi IBBY è in 75 paesi del mondo.

La biblioteca nasce per rivolgersi sia ai bambini dell’isola sia ai bambini migranti che arrivano dalle coste africane. Ed è per loro in particolare che IBBY International ha deciso di proporre una selezione di silent book, libri fatti di sole illustrazioni e fotografie senza un testo con parole: la loro caratteristica sta nel poter immaginare e quindi dar vita a una storia attraverso le immagini, senza dover necessariamente saper leggere e conoscere una lingua. Dal 2020 però, per un’ordinanza, i migranti non escono più facilmente dal centro di accoglienza. La biblioteca allora da qualche anno si concentra di più sui bambini di Lampedusa, che conoscono perfettamente la struttura grazie ai laboratori per le scuole, ai cineforum, ai corsi di uncinetto. A Lampedusa la biblioteca è aperta tutte le mattine, per le scuole, e alcuni pomeriggi, specialmente per le famiglie. In più la biblioteca è molto attiva sulle pagine social, tanto che propone spesso incontri online con diversi esperti ed esperte di libri e non solo.

All’interno della biblioteca vi è anche una sezione dedicata agli adulti, con anche libri legati all’immigrazione, letti soprattutto da chi vuole informarsi di più su quello che succede intorno a loro ogni giorno. Il successo della biblioteca probabilmente è dovuto dall’assenza di altri luoghi di aggregazione nell’isola, escluso un circolo vicino al porto, come spesso capita in quartieri, città, spazi lontani e isolati e socialmente difficili: «La società di Lampedusa gestiva tutta questa emotività legata a quello che succede sull’isola senza un posto dove ragionare: ora c’è la biblioteca», spiega Deborah Soria, libraria romana e tra le responsabili della biblioteca.
Il catalogo della biblioteca propone una selezione di moltissimi libri provenienti da oltre 30 paesi. È difficile sapere quanti libri ci siano con precisione perché spesso non tutti vengono riportati dopo essere stati presi in prestito: «In realtà ci va benissimo così: in un’isola in cui non esiste una libreria, il fatto che i libri circolino e si fermino in qualche casa va benissimo», spiega Anna Sardone, una delle fondatrici della biblioteca che lavora come insegnante delle scuole medie dell’isola.

Dal 2020 è partito il progetto Books on Board, grazie a IBBY International e IBBY Italia, che consegna valigie contenenti silent book per le navi ONG Sea Watch, Mediterranea e Open Arms. In biblioteca è possibile reperire anche il Welcome Kit per i minori non accompagnati, con alcune informazioni essenziali da avere non appena si arriva sul territorio italiano. Numerosi sono i progetti proposti dalla biblioteca, specialmente con i volontari e le volontarie che arrivano sull’isola durante l’estate che si impegnano a tenere aperta la biblioteca la sera e che propongono nuove attività letterarie e creative, dando spazio alle idee e abilità di ciascuno, vivendo la biblioteca come un non-luogo in cui poter dar vita a progetti e sogni, per sé e per gli altri.

Marta Schiavone