Si scrive scuola Senza Zaino e si legge scuola basata su ospitalità, responsabilità e comunità.
La scuola Senza Zaino (SZ) e il movimento ad essa collegato, si propone di rendere l’istituzione scuola come una comunità accogliente, un luogo ospitale e uno spazio dove poter sviluppare una responsabilità collettiva e condivisa.
Nata nel 1998 a Lucca e sviluppatasi nel corso degli anni, la filosofia alla base del Senza Zaino prende ispirazione dai principi dell’attivismo pedagogico con l’insegnami a fare da solo, seguendo i suggerimenti di educatori e pedagogisti del Novecento come Dewey, Montessori, Don Milani e Steiner.
Le scuole Senza Zaino infatti, hanno l’obiettivo di innovare la scuola tradizionale e offrire un percorso educativo che possa guidare bambini e bambine, ragazzi e ragazze nelle grandi e piccole sfide di crescita che richiede la realtà di oggi.
Insomma, una scuola con una didattica nuova: niente banchi e niente zaini che definiscono una struttura monolitica ma solo scelte condivise e un contesto educativo stimolante rappresentato da metodologie innovative e cooperative.
Una scuola dove le attività didattiche sono definite con cura, dando attenzione particolare agli ambienti formativi e di approfondimento.
È proprio dal setting educativo infatti che derivano sia il modello pedagogico-didattico da adottare come riferimento, sia il modello relazionale che definisce i rapporti tra tutti gli attori che abitano il contesto scuola.

La scuola Senza Zaino, per raggiungere questi intenti ha dato vita e forma a quello che, essa stessa, definisce un Approccio Globale al Curricolo (CGA): perché l’esperienza scolastica per essere formativa nel suo insieme deve essere progettata nella sua globalità.
Qui la parola globalità ha un ruolo centrale: essa si utilizza sia per definire la qualità dell’esperienza offerta dalla scuola che ogni singolo può vivere, sia per rappresentare la persona in quanto tale poiché sono proprio gli alunni i veri protagonisti e responsabili del loro apprendimento.
Ma come fare tutto questo nel concreto?
Seguendo i tre valori di riferimento: ospitalità, responsabilità e comunità. Dove l’ospitalità si rifà agli spazi, la responsabilità agli insegnanti e agli allievi e la comunità a ciò che insieme realizzano.
Ada Saulle