È una fredda sera di gennaio 2020. Il mondo di lì a poco sarebbe andato incontro a una pandemia a cui non era preparato. Ma nessuno ancora lo sa. E non lo sa di certo Nino Giustolisi che, accompagnato dal suo amico Ivano, decide di recarsi al LaClaque, teatro underground nel centro di Genova, per assistere al concerto degli Eugenia Post Meridiem, giovane gruppo formatosi nel capoluogo ligure nel 2017.
Ad assistere sono presenti molti più ragazzi di quelli che Nino si sarebbe aspettato e, forse per la prima volta, si rende conto che anche dentro la città vecchia si possono trovare realtà fresche e giovani con la voglia di viverle e di ascoltare buona musica. A mancare è il modo che queste realtà hanno per farsi conoscere. Ma lasciamo per un attimo lì i concerti e il loro pubblico e spostiamoci avanti di qualche mese, nel pieno della prima ondata di Coronavirus.
Nino approfondisce la conoscenza degli Eugenia, ascoltando assiduamente i loro brani e facendo una chiacchierata, nel corso dell’ultima puntata dello show futurista da lui ideato, il Late Agüero Show, assieme alla loro frontwoman e a un altro artista indipendente della scena locale, Boccanegra.
Ma con la fine della quarantena anche lo Show è destinato a finire. Tuttavia, è proprio allora che Thomas Fioravanti invia a Nino una sua personale cover proprio di un brano degli Eugenia Post Meridiem, Blue Noon, che, puntualmente, il nostro, giudica terribile. Talmente terribile che sarebbe un peccato non farla pervenire agli artisti originali. A loro due si aggiunge Lorenzo Bergamaschi e, insieme, realizzano LA COVER SBAGLIATA, un video dove, con scarsissimi risultati provano a riproporre il pezzo, a cui, inoltre, aggiungono uno spot promozionale realizzato con deboli mezzi tecnici.
Oltre a essere inviato a Eugenia, questo viene anche mostrato a Gian Carlo Balduzzi, storico proprietario del negozio di musica Disco Club, il quale decide senza interpellare nessuno, di pubblicarlo su YouTube.
Ed è allora che nasce La Cover Sbagliata, non una band di cover, bensì una storia, dove i protagonisti non sono persone reali, ma personaggi. Ragazzi che prendono spunto dai mockumentary americani per realizzare un contenuto volutamente cringe, spinto all’eccesso, che lascia lo spettatore in uno stato di ilarità mista confusione.

Mantenendo sempre uno scopo ben preciso: promuovere tutta quella musica che nonostante i meriti non riesce a trovare lo spazio che merita, cercando così di costruire una rete. Perché anche nelle realtà di provincia o tradizionalmente troppo vecchie, i giovani esistono, si tratta solo di dar loro uno spazio in cui esprimersi.
In seguito sono uscite altre quattro cover sbagliate, Cani col cappotto dei Banana Joe, Dai amore voglio un cane di Irene Buselli e La luce è spenta e Gorilla di Boccanegra, a cui vanno ad aggiungersi una serie di extra, backstage e contenuti esclusivi pubblicati regolarmente sul loro canale YouTube e la loro pagina Instagram.
Ma l’obiettivo è quello di non fermarsi, continuare a sbagliare cover e a prendere in giro il proprio pubblico.
Francesco Castiglioni
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