Partiamo dalle basi: il greenwashing è una strategia di comunicazione attraverso la quale le aziende si autoproclamano rispettose e amiche dell’ambiente, ma al contempo mettono in atto processi produttivi dannosi per l’ecosistema.
Facciamo un esempio pratico: se una società si dichiara paladina della difesa delle foreste, e poi per costruire un nuovo impianto disbosca ettari di bosco, tale impresa sta facendo greenwashing.

Perché è un male? Questa strategia distorce il giudizio del consumatore sull’impresa.
A livello giuridico si stanno facendo grandi passi avanti per la tutela dei consumatori in questo senso: a novembre 2021 è stata emessa a Gorizia la prima sentenza italiana per greenwashing, condannando un’impresa per pubblicità ingannevole in quanto, citando l’articolo 12 del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale, ‘la comunicazione commerciale che dichiari o evochi benefici di carattere ambientale o ecologico deve basarsi su dati veritieri, pertinenti e scientificamente verificabili’.
Ma come può il consumatore riconoscere tale fenomeno? Ecco 3 azioni concrete per riconoscere il greenwashing:
- Verificare, se l’azienda è dotata di certificazioni ecosostenibili, per esempio ISO 14001 o EMAS sono attestazioni che obbligano le imprese a rispettare standard ambientali minimi. Per i prodotti alimentari guarda sul retro della confezione quali certificazioni sono presenti oppure visita i portali della azienda.
- Controllare la storia aziendale e il modo in cui l’impresa agisce. Cerca sul web il nome della azienda associato alla parola greenwashing e analizza i risultati.
- Visitare sul web le community dei consumatori: prima di effettuare un acquisto verifica le opinioni degli altri utenti. Concretamente, esistono piattaforme come EyeOnBuy, sito che permette ai consumatori di esprimere un giudizio sul comportamento delle imprese nelle tematiche etiche ed ambientali, o Good on You sito web analogo che classifica l’ecosostenibilità di più di 3000 marchi nel settore della moda in base a più di 500 indicatori.
Non tutto è perduto quindi! Il greenwashing si può riconoscere ed evitare.
Andrea Antoniazzi