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Secondo un sondaggio svolto recentemente in otto paesi, l’ascoltatore medio di musica classica ha 45 anni. Nel 2019 uno studio della società statistica Nielsen ha rivelato che la musica classica rappresenta solo l’1 per cento del consumo musicale degli Stati Uniti. Negli Anni Duemila le etichette discografiche hanno cercato di far appassionare il pubblico al genere classico: intere opere sono state rielaborate per ricavare melodie orecchiabili da utilizzare in pubblicità e colonne sonore per svecchiare il genere e renderlo più commerciale. Ma questo non è stato sufficiente.
Caroline Shaw è stata definita una delle compositrici in grado di portare la musica classica nel panorama musicale di oggi. È nata nel 1982, in North Carolina, s’innamora della musica classica cantando nel coro della chiesa e guardando il film Amadeus, liberamente ispirato alla vita di Mozart. A 14 anni partecipa a un campo estivo della sua scuola, e questo le permette di scoprire che nel mondo esistevano altri ragazzi come lei appassionati al genere: «Qualcuno faceva partire una registrazione del quartetto per archi di Ravel e cominciava a parlarne come se stesse impazzendo». Dopo due lauree in performance musicale, si dedica alla composizione: «Volevo partire dalla musica che stavo suonando, che non mi piaceva molto. Volevo chiedermi cosa avrei fatto in un modo diverso». Trasferitasi a New York, nel 2008 si unisce all’ensemble a cappella Roomful of Teeth, che esplora le tecniche vocali del mondo incorporando le tradizioni folk.

Con una ‘mossa da sbruffona’, nel 2013 Shaw invia alla giuria del premio Pulitzer i movimenti di Partita for 8 voices, composti combinando elementi presi dalla tradizione barocca ad altri del panorama contemporaneo. Grazie a questi brani diventa la più giovane compositrice nella storia a vincere il premio. Nel 2015 il rapper Kanye West si presenta a Shaw per chiederle di arrangiare le musiche del disco 808s & heartbreak: Shaw improvvisa una linea delicata e senza parole che si muove intorno ai versi di West.
La collaborazione con Kanye West è decisiva per permetterle di raggiungere una notorietà mondiale. Comunque Shaw è riuscita a mantenere una sua indipendenza artistica, chiedendo sempre al rapper di leggere i testi prima di cominciare la produzione: «Non voglio partecipare a qualcosa in cui non credo».
Recentemente ha contribuito ad altri progetti di musica pop, registrando parti vocali della colonna sonora del film Bombshell. La voce dello scandalo. Nel 2020 ha ottenuto la candidatura ai Grammy Awards per Orange, un disco con sue composizioni eseguite dal quartetto Attacca.


Se negli Anni Duemila la commercializzazione delle opere non aveva attirato molti alla musica classica, recentemente compositori e compositrici hanno – inaspettatamente – raggiunto anche i più giovani, proprio grazie alla musica pop. La nuova generazione di artisti sta sicuramente contribuendo a contaminare i generi, aprendo la musica a nuovi orizzonti, che propongono suoni alternativi e avvicinano a sfumature musicali differenti.
L’altro giorno il direttore del Post, Luca Sofri, scriveva, parlando degli operai canterini che stanno facendo dei lavori nel palazzo in cui vive: «La riflessione è che cantano tanto, cantano in tanti, e con delle scelte musicali del tutto démodé e quindi straordinariamente raffinate: che vanno da ‘Firenze sogna’ a melodie in spagnolo emesse da qualche apparecchio su cui prevalgono le voci degli operai stessi, cosmopoliti. E questa cosa che le persone lavorano, e intanto cantano, dall’altra parte di questi muri in cui qua dentro suonano altre musiche, nella sua ovvietà, mi pare molto bella».
La musica, comunque, rimane musica, purché susciti emozioni in chi la ascolta.
Marta Schiavone