Vedere Verde: stili di vita sostenibili

Diminuire il nostro impatto ambientale può spesso sembrarci difficile e costoso, ma pochi semplici gesti possono fare la differenza: ho intervistato Alice, che con il suo progetto Aliceful vedere verde racconta come possiamo essere più sostenibili nella nostra vita quotidiana.

Alice, come è nato il tuo progetto di divulgazione e da dove nasce il tuo interesse per la sostenibilità?

«Dopo gli studi universitari in marketing e comunicazione ho iniziato a lavorare nel mondo della pubblicità. Fin da subito mi sono sentita insoddisfatta di quello che facevo: il mio compito era convincere i consumatori a comprare più prodotti possibile, spesso superflui, e il mio tipo di impiego mi lasciava pochissimo tempo libero e non mi dava la possibilità di fare ciò che mi appassionava di più, viaggiare. Nel settembre 2018 ho quindi comprato un biglietto di sola andata per l’Australia e ho sperimentato il lavoro nelle farm: questa esperienza è stata per me molto preziosa perché mi ha permesso di avvicinarmi alla terra, di comprendere l’importanza della stagionalità degli alimenti e i benefici delle cure naturali. Ma soprattutto, l’esperienza australiana mi ha fatto capire che non avevo bisogno di lavorare tanto per poter consumare tanto e che sarei stata più felice avendo a disposizione il tempo giusto per coltivare le mie passioni.

Nel 2020 sono riuscita così a realizzare un’idea che avevo in mente da molto tempo: Aliceful vedere verde, un progetto di divulgazione su Instagram in cui racconto di stili di vita etici, sostenibili e consapevoli. Spesso dall’esterno viene percepito come qualcosa di difficile e costoso da mettere in pratica e io cerco attraverso i miei contenuti, di accompagnare chi mi segue verso semplici pratiche in modo leggero, con l’obiettivo di portare più persone possibili verso cambiamenti positivi. È molto difficile essere impeccabili quando si tratta di diminuire il proprio impatto sull’ambiente e ne sono consapevole, ma ogni piccolo passo verso una vita più sostenibile è importante per noi e per il nostro Pianeta».

Da quali semplici gesti consigli di partire per diminuire il nostro impatto nella vita di tutti i giorni?

«Innanzitutto, cercare di diminuire il più possibile l’acquisto di prodotti imballati nella plastica monouso, scegliendo per esempio saponi, detergenti e cosmetici solidi ed ecologici, che contribuiscono anche a diminuire l’inquinamento delle acque di scarico di cui i prodotti per la pulizia tradizionale sono i principali responsabili. Altri accorgimenti molto importanti sono il passaggio a un’alimentazione il più possibile vegetale e l’acquisto di prodotti locali e frutta e verdura di stagione, che ci permette di supportare gli agricoltori del nostro territorio e rispettare il ciclo di vita delle piante. È poi essenziale rivedere le quantità di acqua che utilizziamo: l’Italia è prima in Europa per consumo di acqua in bottiglia di plastica. Le alternative sono tante: l’acqua del rubinetto, l’utilizzo di filtri depuratori da applicare al lavandino, il rifornimento tramite vuoto a rendere»

Quali sono, secondo te, le sfide ambientali più urgenti da affrontare a livello globale?

«Prima di tutto, è necessario a mio parere potenziare l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili per poterle sostituire completamente ai combustibili fossili in tempi brevi. Ritengo anche fondamentale proibire la vendita e l’utilizzo della plastica monouso, principale responsabile dell’inquinamento degli oceani e dei corsi d’acqua. Infine, gestire in modo più sostenibile e consapevole le risorse idriche globali».

Alice, quali libri e documentari consigli ai lettori e alle lettrici del Polo Positivo che vogliono approfondire il tema della sostenibilità?

«La Nazione delle Piante, di Stefano Mancuso, in cui l’autore immagina che le piante vengano in soccorso al genere umano per proporre un nuovo modo di vivere nel rispetto del Pianeta e dei suoi abitanti. Oro Blu, di Edoardo Borgomeo, sull’essenzialità dell’acqua e Dominion, documentario di Chris Delforce, che denuncia i soprusi a cui sono sottoposti gli animali con particolare riferimento all’industria alimentare».

Silvia D’Ambrosio

© Credit immagini: link

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