Next Generation EU: #UnoNonBasta

L’altro giorno ho intervistato Riccardo, un ragazzo dell’associazione Officine Italia, per chiedergli di spiegarmi meglio come nasce la campagna #UnoNonBasta la cui petizione nel giro di un mese ha raccolto circa 98 mila firme.

Cos’è la campagna UnoNonBasta?

La campagna #UnoNonBasta nasce a dicembre quando viene pubblicata la prima bozza del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), ovvero il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione Europea nell’ambito del Next Generation EU. Questo strumento è stato pensato dall’Unione Europea per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19. 

«I lavori sono partiti con il nostro team tecnico che dalle prime bozze ha immediatamente rilevato una magrissima componente ‘Giovani e politiche del lavoro’ alla quale veniva destinato solo l’1% di 196 miliardi di fondi. Da qui il nome UnoNonBasta: la campagna chiede di aumentare questa componente da 1 a 10%. Gli ultimi aggiornamenti della campagna ci fanno sapere che nelle bozze attuali la voce ‘Giovani e politiche del lavoro’ è sparita del tutto perché considerata ‘trasversale’».

Le due associazioni dietro a questa compagna, Visionary Days e Officine Italia, di fatto chiedono almeno il 10%, ovvero circa 20 miliardi di euro: «Non è corretto definire i giovani come trasversali perché, se si li definisce tali, misurare l’impatto effettivo che ogni investimento ha direttamente sui giovani sarebbe impossibile: se si è dappertutto non si è da nessuna parte». 

Obiettivi?

L’obiettivo della campagna non si limita a difendere gli interessi dei giovani, nonostante ai tavoli decisionali della politica la presenza giovanile sia sottorappresentata. «Non vogliamo semplicemente dire che parte di questi soldi sono debito che andremo a pagare noi giovani e quindi è giusto che vengano investiti su di noi, ma in particolare vogliamo che questi soldi vengano investiti sui NEET (persona giovane che non ha né cerca un impiego e non frequenta una scuola né un corso di formazione o di aggiornamento professionale, N.d.R.). L’Italia è un paese che invecchia. Secondo i dati ISTAT nel 2045 gli over 65 in Italia saranno di più degli adulti lavoratori (30-60 anni) quindi ogni lavoratore avrà a carico più di una persona anziana» – mi spiega Riccardo. «Noi siamo siamo giovani che si interessano attivamente alla politica» – continua – «Ci sono tanti come noi, tante associazioni giovanili, alcune assolutamente apartitiche e disinteressate al gioco della politica, altre che magari sono legate a un partito. Penso che la distanza tra i giovani e la politica non nasca dai giovani ma dalla politica».

Qui trovate il position paper.

Questi ragazzi, inoltre, fanno informazione chiara e trasparente con un grande lavoro di investigazione di quelli che sono le bozze dei PNRR, i dati e gli articoli di giornale. Sui canali social della campagna e sul sito si trovano i dati statistici riguardo i NEET in Italia, quanto l’Italia spende in politiche giovanili rispetto agli altri paesi europei, le percentuali di quanti giovani lasciano il nostro Paese in cerca di un lavoro dignitoso, di quanti sono assunti come stagisti e sottopagati, e di quanti sono disoccupati. 

Messaggio positivo?

«Officine Italia ha appoggiato questa campagna perché pensiamo che porti valore alla nostra missione: migliorare il nostro futuro. Noi vediamo il futuro davanti a noi, lo disegniamo e cerchiamo delle strade per raggiungerlo. Facciamo di tutto sapendo che non possiamo farcela da soli, dunque è molto incoraggiante il fatto che in Italia ci siano molti movimenti e associazioni come la nostra perché sarà lo sforzo di tutti a fare la differenza».  

Se siete interessati a firmare la petizione, trovate qui il link.

Maddalena Fabbi

© Credit immagini: Courtesy #UnoNonBasta & Sara Sabatino

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