NonUnadiMeno: corpi liberi, menti consapevoli

#NiUnaMenos scese in piazza e divenne un movimento di massa nel 2015 in Argentina trasformando il verso della poetessa messicana, vittima di femminicidio,ni una Menos, ni una mas (non una meno, non una più) per dire che i diritti sono di tutti, nessuna più dev’essere vittima di violenza machista, in un grido collettivo. 

È un femminismo di strada, un femminismo che entra nei territori, nei quartieri difficili, che entra con forza nella sfera dei diritti umani e che dice basta alla violenza di genere

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Il movimento non ha un’organizzazione gerarchica, anzi, si articola in assemblee molto eterogenee che si svolgono in tutte le città, in cui si parla e discute della sessualità delle donne e delle persone LGBQTIA (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, interesessuale e alleati, coloro che eterosessuali che solidarizzano), con l’intenzione di uscire da questa dinamica che inserisce la sessualità in un sistema di colpe e castighi, di ruoli fissi e discriminazione. Appoggiano manifestazioni e movimenti a favore dell’aborto, contro i tagli sanitari e il Gender pay gap.

Uno spazio di lotta contro patriarcato, razzismo e sfruttamento e ogni forma di violenza imposta dall’organizzazione neoliberale della società per affermare un programma e un processo di autodeterminazione collettivo globale che costruisce alternativa alla crisi. scrivono nella presentazione del loro Manifesto. 

Un’assemblea è, infatti, uno spazio per costruire forza comune, dalla molteplicità e la diversità, dove si decidono le lotte da portare avanti, le manifestazioni e gli scioperi. A tutto ciò partecipano sindacati, centri di antiviolenza e associazioni per la difesa dei diritti. Ci sono tanti nuclei che danno voce a tutte le donne di tutte le età e che portano avanti battaglie non solo nazionali e internazionali ma anche locali e specifiche.

#NonUnadiMeno si è esteso dal Sud America fino in Polonia, dove nel 2016 le proteste hanno bloccato la proposta di legge che vietava l’interruzione di gravidanza in caso di gravi malformazioni del feto, e negli Stati Uniti, dove ha dato impulso al movimento #MeToo

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In Italia è presente in quasi tutte le principali città e partecipa a tutte le manifestazioni sui diritti umani oltre ad appoggiare i centri antiviolenza nel loro compito più difficile: dar voce e forza a chi è sola a lottare. 

L’obiettivo non è solo la difesa e la conquista dei diritti paritari delle donne, degli omosessuali e dei travestiti ma anche la libera informazione, la conoscenza e l’educazione riguardo questi. È importante che gli slogan e le statistiche vengano spiegate e contestualizzate, è importante conoscere la storia se non si vuole tornare indietro. 

In un periodo di crisi, di incertezza e paura, spesso si tende a retrocedere, a restringere le libertà, a chiudersi in se stessi e non ad accogliere. È perciò importante non dimenticarsi di ciò che abbiamo conquistato, di ciò per cui siamo scesi in piazza e per cui molti sono morti. Come ripetono nel manifesto femminista transnazionale, scritto recentemente: Per uscire insieme dalla pandemia e cambiare il sistema non torneremo alla normalità perché la normalità era il problema.

Nelle loro manifestazioni, molti degli slogan riprendono quelli del ’68: abbiamo bisogno di andare avanti!

“INSIEME PARTITE SIAM, INSIEME TORNEREMO: NON UNA DI MENO, NON UNA DI MENO”

Maddalena Fabbi

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