Federico Faggin è l’inventore del microprocessore, del touchpad, del touchscreen: grazie a lui abbiamo sempre in tasca una chiavetta USB. Le sue invenzioni hanno cambiato la nostra vita quotidiana; ma oggi Faggin studia anche coscienza e interiorità. Domenica scorsa (13 Ottobre, Ndr.) ha presentato alla Casa della Cultura di Milano Silicio, la sua nuova autobiografia: è stato entusiasmante ascoltare un fisico parlare di scienza e coscienza, di razionalità e intuizione, di intelligenza artificiale e consapevolezza.
Faggin nel libro racconta le sue quattro vite. La prima era quella dell’infanzia, nella campagna veneta del primo dopoguerra, e della passione per gli aerei. La seconda, in California nella Silicon Valley, è stata quella delle grandi invenzioni – il microprocessore e il touchscreen – a cui ha fatto seguito la terza: quella in cui Faggin divenuto imprenditore ha diffuso in tutto il mondo la tecnologia touchscreen.
Ma è la quarta vita la più importante. «Avevo tutto: successo, fama, benessere economico, una bella famiglia. Ma quel tutto mi sembrava nulla. Per la prima volta nella mia vita intravidi la complessità della psicologia umana che, nella mia urgenza di far quello per cui sentivo una grande passione, avevo trascurato». Faggin sposta così l’attenzione al mondo interiore e alla propria coscienza. La grande domanda è: «come può una struttura fisica fatta solo di aspetti esteriori produrre aspetti interiori semantici? Il nostro pensiero e i nostri sentimenti non sono un insieme di contatti elettrici nel cervello. Quelli spiegano il come, ma non il perché…per me non rimaneva alternativa: il mondo interiore dev’essere fin dall’inizio una proprietà irriducibile di tutto ciò che esiste». Il fisico elabora dunque un modello in cui la teoria dei campi quantistici è integrata all’idea che la coscienza sia un aspetto fondamentale della natura. Nel 2011 nasce poi la Federico and Elvia Faggin Foundation, creata insieme alla moglie Elvia per sostenere le Università che compiono studi nel campo della scienza e della coscienza.
Quando gli chiedi: «Come reagiscono gli studenti del Politecnico quando parli di coscienza e consapevolezza?» lui risponde «alcuni pensano che son matto, ma non m’importa, altri fanno domande molto intelligenti». Le sue invenzioni dimostrano che matto non è. Il suo grande progetto oggi? Andare avanti nella costruzione del modello scientifico in cui al centro si trova la coscienza e sensibilizzare il maggior numero di persone sulla necessità di riportare la propria attenzione sull’interiorità, la parte più viva e significativa di ciascuno di noi. Dall’Italia, all’Europa, nel mondo!
Valeria Molinari
© Credit immagini: Courtesy Valeria Molinari
Conoscevo Faggin per il microprocessore, ma non sapevo avesse inventato anche il touchscreen! 🙂