Settembre di nuovi propositi. Settembre di abbronzature che, ottimisticamente, si cerca di mantenere. Settembre di nuove prospettive. Il ritorno dalle vacanze è spesso il momento giusto per fare il pieno di nuovi progetti venuti su come funghi grazie alle passeggiate in montagna o in riva al mare. Chiudi gli occhi che tanto è un attimo.
Varcata la soglia di casa le idee sono ben chiare in testa e i nuovi (o vecchi) obiettivi sono tutti alla portata. Anzi, se ci si sofferma un po’ sembra già possibile assaporare il dolce gusto del successo. E si guarda già oltre al traguardo successivo.
Con il sorriso sulle labbra si racconta agli amici cosa si farà. L’entusiasmo traboccante è contagioso e non fa scattare solo una catena di iscrizioni in palestra (sono comunque le più gettonate) ma anche tanti progetti un po’ folli e bislacchi che, però, al solo pensarci, fanno sorridere…fanno sentire vivi.
Stella di Giorgio Poi è un balsamo per resistere a quell’immancabile sensazione che, puntualmente, arriva qualche giorno o settimana dopo. Quando tutti quei progetti, fatti rosolare bene sotto il sole dell’estate, ora assomigliano a salsicce bruciacchiate e si riducono via via. Giorgio Poi racconta di come resistere al senso di scoramento e al mondo che, come una pallina su un piano inclinato, naturalmente ci riporta alla normalità, ridimensiona, smorza e sminuisce. Ti giuro, io non ho paura di volare, ho paura di cadere.
Stella urla senza mezzi termini: – Ma chi l’ha detto? Esalta i ragionamenti che sotto l’ombrellone sembrano ovvi e ci portano a fantasticare. Un lago se ho capito bene è il riassunto del mare; dormire è la radice quadrata di quando si muore; un iceberg è il fratello maggiore di un ghiacciolo al limone.
Parla per immagini.
Il bambino esaltato ha il mento in alto e gli occhi puntati al cielo e ha scoperto una stella…e guarda come brilla, fortuna che c’è.
E cosa importa se è un pezzo di ferro con su scritto EasyJet? Magari da quella stella che invece è un aereo, nasceranno nuove passioni, desideri di scoprire e informarsi, altri progetti, magari migliori e più solidi…
Chi lo sa? È una partita con la palla di vetro. Dentro c’è il futuro che è un po’ come il ritorno dalle vacanze. Da vivere sempre con gli occhi ardenti di quel bambino.
Stefano Cavassa