In cima a una collina, contemplo il verde sprigionarsi nell’aria. Sembra la Toscana, con i suoi scorci di distese di cipressi e di ulivi. Sono nei dintorni di Betlemme, in Cisgiordania. In questo specchio di bellezza vive una fattoria palestinese pluricentenaria, più comunemente nota come la Tent of Nations, che lotta per mantenere salda la propria terra.
Daud, il proprietario della fattoria, racconta una storia di battaglie. Suo nonno, nel primo Novecento, registrò la terra quando la Palestina era ancora sotto mandato britannico. All’epoca, registrare i documenti al municipio era inusuale e straordinario. Ma questo atto controcorrente salvò la fattoria e impedì l’espropriazione della famiglia Nasser. Nel 1967 le forze militari israeliane occuparono i territori palestinesi della Cisgiordania e dal quel momento iniziò l’esodo di migliaia di palestinesi costretti ad abbandonare la propria casa a beneficio dei coloni israeliani.
Non fu però il destino della famiglia di Daud che, con forza d’animo e immense spese legali, è rimasta ancora oggi l’unica proprietaria del terreno.
«Le forze israeliane – dopo aver fallito in tribunale – hanno tentato più volte di impadronirsi della nostra fattoria con la forza, bruciando i nostri alberi e inviandoci più di trenta ordini di demolizione, ma di fronte a queste intimidazioni abbiamo sempre risposto con un approccio legale» afferma Daud, consapevole di rappresentare un caso unico nel suo territorio.
La Tent of Nations è oggi una realtà consolidata, che raccoglie volontari da tutto il mondo: da quando il governo israeliano gli ha impedito l’utilizzo di acqua corrente ed elettricità, la fattoria ha creato una via di resistenza non violenta.
«Abbiamo iniziato ad accumulare l’acqua piovana e renderla potabile; abbiamo installato pannelli solari grazie agli aiuti internazionali; diamo lezioni di inglese, arte e cerchiamo di riciclare ogni prodotto che riusciamo. Perché qui, il cambiamento climatico si sente».
La fattoria di Daud si è rifiutata di essere vittima e si è alzata in piedi per iniziare ad agire contro corrente.
Visitate il loro sito e, se siete in vena di volontariato in un luogo lontano e ricco di storia, che state aspettando?
Pietro Battaglini
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