Che lo smartphone sia parte integrante della nostra quotidianità non è certo una novità. Non tutti sanno però che i cellulari, costituiti in gran parte da minerali non rinnovabili o estratti con tecniche dannose per luoghi e persone, hanno un profondo impatto sociale e ambientale.
Guasti, utilizzo eccessivo o semplice voglia di cambiare modello. Le cause alla base dei consistenti rifiuti elettronici, più di cinquanta milioni di tonnellate all’anno, sono plurime e tutte riconducibili a un atteggiamento diffuso che trova la sua ragion d’essere nello spreco e nel consumo di massa.
Un riutilizzo consapevole sembra essere allora la soluzione più immediata al problema. Il reCommerce è una pratica già affermata, ma grazie alla web company TrenDevice, acquistare IPhone ricondizionati e vendere il proprio usato non è mai stato più facile e sicuro. Il risultato? Un’economia circolare che garantisca la rivalorizzazione dei nostri iDevice e limiti al contempo il consumo di materie prime dannose per l’ambiente.
C’è anche chi assume una posizione più estrema, sovvertendo radicalmente la concezione che comunemente si ha del cellulare. Leader in questo cambio di rotta è la fondazione olandese Fairphone, che porta con sé un prodotto il più etico possibile, dalla fabbricazione all’utilizzo. Il cellulare dismette così i panni di un mero accessorio sostituibile in qualsiasi momento, per assumere quelli di uno strumento dal design modulare e creato per durare a lungo: i modelli Fairphone, le cui componenti sono ricavate nel rispetto dell’ambiente e assemblate garantendo condizioni di lavoro dignitose, sono progettati per essere riparati in modo semplice e veloce.
Grazie a questo prodotto innovativo, ora acquistabile anche in Italia, è possibile non solo creare un impatto positivo nella catena di fornitura e utilizzo dei telefoni, ma anche incentivare il riciclaggio dei materiali elettronici e ridurne sensibilmente lo spreco.
Federica Gattillo