La musica è una lingua universale, può far ridere, piangere, emozionare. Ora, grazie a Musica contro le mafie, associazione che fa parte della rete Libera, può anche farsi portatrice di un messaggio socialmente utile. Grazie ai musicisti che aderiscono a questo progetto, la musica si schiera apertamente contro la corruzione, denuncia i fenomeni di criminalità e chi li mette in atto, ma allo stesso tempo incentiva con forza la ricerca di verità, trasparenza e giustizia.
Dall’11 al 15 dicembre si terrà a Cosenza la terza edizione della 5 Giorni di Musica contro le mafie, evento culturale organizzato dall’omonima associazione e inaugurato in anteprima dal magistrato antimafia Nicola Gratteri. Si tratterà di una serie di incontri, proiezioni e mostre dai temi più vari: non solo mafia, ma anche cyberbullismo e inclusione multietnica.
Oltre a concerti e ospiti importanti come Levante, gli Ex-Otago e Diodato, durante la manifestazione, condotta da Roberta Rei de Le Iene, si terrà la finale del Premio Nazionale Musica contro le Mafie, dal 2010 primo e più importante premio a livello europeo nell’ambito della musica socialmente impegnata. A esibirsi sul palco del Teatro Morelli di fronte ad un pubblico di studenti saranno i dieci finalisti selezionati su un totale di trecentocinquanta iscritti.
Musica contro le mafie è una presa di posizione forte da parte dei giovanissimi, che non parteciperanno solo in qualità di pubblico, ma anche come interpreti sul palco: il cinquanta percento degli iscritti al concorso è infatti costituito da under trentacinque. Sono numeri stupefacenti, che denotano l’interesse sempre maggiore da parte dei giovani nel comporre e trasmettere testi impegnati e testimonia quella fondamentale volontà di intervenire in prima persona per reindirizzare una società che non sempre segue le vie della legalità.
Federica G.
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