Da molti anni si parla dell’impatto negativo della fast-fashion, ma a che punto siamo oggi?
Il vero momento di rottura ed esposizione del problema è avvenuto dieci anni fa con l’incidente mortale del 24 aprile del 2013 in Bangladesh, quando è crollato un edificio di otto piani, il Rana Plaza, nella capitale del paese. Nell’edificio lavorano migliaia di persone per conto di marchi molto noti della fast-fashion. La morte di più di 1.000 persone ha attirato l’attenzione globale su l’insostenibilità delle catene di approvvigionamento dei principali marchi della moda.
Si può riassumere il fenomeno della fast-fashion con l’abitudine della società di comprare un nuovo vestito per ogni occasione e al prezzo più basso possibile. Questo fenomeno ha innescato dagli anni ‘80 un circolo vizioso che causato grandi impatti negativi che comprendono non solo la violazione dei diritti umani e civili di coloro che producono i vestiti, ma anche un altissimo tasso di inquinamento ambientale.
Attraverso sei puntate Matteo Ward, un ragazzo che per anni ha lavorato in uno dei brand di moda più famosi, racconta il ruolo devastante di questo fenomeno e suggerisce al pubblico varie azioni su come contribuire a un cambiamento positivo, nel nostro piccolo. Partendo dal Cile, passando per il Ghana, il Bangladesh, l’Indonesia, l’India e arrivando in Italia, Ward, con la regia di Olmo Parenti e Matteo Keffer di A Thing By, mostrano le discariche dove finiscono i nostri vestiti usati e quelli mai venduti dai marchi e dove e in quali condizioni vengono prodotti.

Alla fine di ogni puntata ci viene regalato un consiglio prezioso su come anche noi nel nostro piccolo possiamo agire. In particolare, è stata stilata una guida per vivere in modo più responsabile e consapevole. Un’importante petizione, che suggeriamo ai nostri lettori di firmare, è stata lanciata da Good Clothes Fair Pay per ispirare le istituzioni europee a creare leggi a tutela di uno stipendio dignitoso per i milioni di persone che fanno i nostri vestiti ogni giorno nel mondo.
“Un progetto nato per generare consapevolezza, ma soprattutto per restituire a tutti la certezza che il cambiamento è ancora possibile e tutti abbiamo un ruolo da giocare.” scrivono sul sito di Will.ita, dove si possono vedere le puntate gratuitamente.
di Maddalena Fabbi