Il corpo europeo di solidarietà è un programma dell’unione Europea che permette ai giovani con un’età compresa tra i 18 e i 30 anni di poter partecipare a delle esperienze di volontariato sia nel proprio paese sia all’estero. L’obbiettivo del programma è quello di sviluppare una nuova generazioni di ragazzi e ragazze con delle competenze relazionali e in grado di contribuire attivamente alla creazione di una società più equa e inclusiva. Il progetto può durare dalle due settimane fino a un anno. Ogni esperienza prevede un gruppo di volontari supportati da un coordinatore. L’Unione Europea rimborsa ai volontari le spese di trasporto, il vitto e l’alloggio.
Le opportunità di volontariato proposte dal programma si riferiscono a varie tematiche: ambiente, disabilità, immigrazione, animazione… Le varie proposte sono elencate sul sito web del programma e vengono periodicamente aggiornate. Per poter partecipare al Corpo Europeo di Solidarietà è necessario iscriversi al portale dedicato attraverso il sito web, caricare il proprio curriculum in inglese e rispondere ad alcune domande personali. Il passo successivo è quello di trovare il progetto adatto, candidarsi e partecipare alla selezione.

L’anno scorso ho deciso di partecipare ha un’esperienza di due settimane nel mese di luglio presso un centro di prima accoglienza per migranti nel sud del Belgio. Il gruppo era composto da sei volontari provenienti da tutta Europa: insieme avevamo il compito di organizzare e supportare le attività ricreative della struttura. Partire non è stato facile ma ancora più difficile è stato ambientarsi. Il centro è stato pensato per ospitare circa 200 persone, in realtà ne ospita oltre 300, di oltre 45 nazionalità. Passavamo tutto il giorno con loro, al mattino ci si occupava della manutenzione ordinaria della struttura e nel pomeriggio giocavamo con bambini e ragazzi. Le attività venivano proposte da tutti creando così un mix di giochi da tutto il mondo. Ma la parte più bella era la sera, dove non solo si giocava o ballava tutti insieme ma soprattutto si creavano dei momenti di condivisione non solo coi ragazzi ma anche con gli adulti. Certe storie rimarranno per sempre dentro il mio cuore.

Insieme a un’altra volontaria, alla sera correvamo lungo la strada di un kilometro che collegava tutte le strutture del centro. All’inizio eravamo solo noi due ma poi giorno dopo giorno si sono aggiunti bambini e ragazzi che ci incoraggiavano a correre o che ci seguivano per un breve tratto. Ma la vera sorpresa è avvenuta nella seconda settimana quando si sono aggiunte noi un gruppo di mamme che ha iniziato ad allenarsi con noi. Questo ci ha fatto sempre di più sentir parte di un’unica grande famiglia, quella degli esseri umani.
Andrea Antoniazzi
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