Ristretti orizzonti è la rivista ufficiale del carcere di Padova. Il titolo potrebbe inizialmente sembrare un ossimoro, la figura retorica che consiste nel mettere vicino due parole opposte. Quando si è detenuti, l’orizzonte è sempre lo stesso: il muro perimetrale della casa circondariale. Noi, invece, quando sentiamo quella parola pensiamo subito ad un tramonto in qualche località mozzafiato. Ma quel titolo serve proprio ai carcerati a immaginare uno scenario diverso, un orizzonte nuovo nonostante la cella, e a noi per farci comprendere che la vita può essere vissuta in mille modi.
La rivista è nata nel 1997. All’inizio veniva diffusa solo internamente ma dal 2001 è stata diffusa anche all’esterno del carcere. Da quell’anno il giornale è stato sdoppiato in due versioni: una versione interna per i detenuti che informa sulle opportunità del carcere e una esterna per coinvolgere le persone riguardo problemi del carcere. Il linguaggio è molto semplice, affinché tutti possano comprenderlo. Attraverso racconti e testimonianze si parla del mondo del carcere cercando di coinvolgere il lettore per fargli sentire quella realtà più vicina.

La redazione non è solo un posto dove si scrive ma anche un luogo dove crescere e sviluppare nuove competenze. Annualmente si tiene una scuola di giornalismo, dove giornalisti e scrittori come Enrico Deaglio, spiegano e insegnano i trucchi del mestiere. La formazione è continua e i progetti per i detenuti crescono ogni anno. Ad esempio, dal 2010, tutta la grafica della rivista viene prodotta dai carcerati che vengono formati grazie a vari incontri con esperti sul tema. Questo ha portato la redazione ad occuparsi anche della grafica della rivista del quartiere in cui si trova la casa circondariale. La redazione forma i detenuti rendendoli pronti per un futuro inserimento lavorativo.
Il carcere è un luogo chiuso ma la rivista vuole essere un ponte con il mondo esterno. Dal 2006 si sono avviati diversi progetti con le scuole . Gli studenti entrano in carcere conoscono e parlano coi detenuti della redazione. Da questi incontri sono nati diversi libri che descrivono come quei momenti hanno cambiato non solo i ragazzi ma anche i detenuti. Un esempio è “La pena raccontata ai ragazzi”, un libro che contiene tantissime testimonianze di studenti delle medie superiori, insegnanti e detenuti.
La rivista è un bimestrale ed abbonarsi è molto semplice e d ogni copia viene spedita al proprio domicilio. Il costo è contenuto, 30 euro per l’abbonamento annuale. Vuoi saperne di più sul progetto? Visita il sito
Andrea Antoniazzi
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