The Human Library è un’iniziativa nata nel 2000 in Danimarca, a Copenaghen, sviluppatasi poi in molti altri paesi. Il meccanismo è semplice: invece di prendere in prestito un libro, si prenota una persona, che racconta la propria storia, creando così, appunto, una “biblioteca umana”. L’obiettivo è quello di diffondere quante più storie possibili di persone appartenenti a categorie stereotipate ed emarginate. L’elemento aggiuntivo è che a raccontare le diversità non sono persone qualunque, ma gli stessi personaggi che in prima persona probabilmente sono stato i discriminati per le proprie scelte di vita, per ciò che hanno vissuto. Questo è quello che porta a smuovere qualcosa in chi ascolta: trovarsi davanti a una persona che ha un vissuto molto diverso dal suo, arrivando – magari – anche a mettere in discussione i propri punti di vista, emozionarsi nell’ascoltare la storia, riconoscersi in dettagli di altri, domandarsi e domandare.
La Human Library organizza eventi che propongono dei dialoghi tra lettori e lettrici e libri “viventi”, persone disposte quindi a raccontare la propria storia, su base volontaria. La Human Library, infatti, non è un luogo fisso; gli incontri sono organizzati in spazi aperti, dove gli stessi protagonisti delle storie possono cambiare ogni volta. È proprio come se i lettori e le lettrici si trovassero davanti a degli scaffali di una biblioteca dove ciascun “libro” rappresenta una categoria: “poliamoroso”, “ex alcolista”, “ho subito violenza emotiva”, “senzatetto”, “rifugiato”, “autistico”, “ho scelto di abortire”, …, gruppi sociali che tendenzialmente nella società sono oggetto di preconcetti e discriminazioni. I lettori e le lettrici, d’altra parte, sono invitati a chiedere al proprio “libro” della propria vita, ponendo anche domande scomode, imbarazzanti, giudicanti, proprio per arrivare a combattere i pregiudizi.
La Human Library è un’occasione d’incontro tra persone che forse non si incontrerebbero mai volontariamente, per i pregiudizi che si hanno, per i diversi spazi cittadini che si frequentano solitamente, per la differenza di età, per la cultura diversa, per scelte politiche differenti. Invece, grazie a queste letture-confronti, si entra in contatto con persone con cui non si ha – apparentemente – nulla a che fare, che in situazioni quotidiane potrebbero portare anche disagio e imbarazzo chi non conosce nulla su di loro. Ascoltare le storie e scoprire qualcosa di nuovo porta a imparare moltissimo sull’altro e allo stesso tempo a riflettere su di sé.
Oggi la Human Library è stata sperimentata in più di ottanta paesi, compresa l’Italia (qui la mappa per vedere tutti i luoghi nel mondo). Sul sito internet ci si può proporre per diventare libri viventi. Uno degli obiettivi dell’organizzazione è quello di creare anche un’applicazione online che possa permettere alle persone di scegliere di leggere le vite di alcuni personaggi anche a distanza.
Marta Schiavone
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