Il comune di Settimo Torinese, città in provincia di Torino da anni impegnata a promuovere l’innovazione e la sostenibilità, ha organizzato anche quest’anno il Festival dell’Innovazione e della Scienza. Il Festival si è svolto dal 9 al 16 ottobre, ed è arrivato alla sua X edizione. Quest’anno il tema principale era il digitale, affrontato nella sua interezza seguendo varie sfumature: intelligenza artificiale, attivismo, cyber security, metaverso, arte ed etica digitale.
Il titolo scelto per l’edizione è stato N01, un festival fatto di persone che parla alle persone. Si parla di noi nella dimensione digital richiamata dall’uso dello 0 e dell’1, elementi del codice binario, al posto della O e della I.
Ci sono stati workshop, spettacoli, laboratori, conferenze che hanno permesso di fare divulgazione scientifica raggiungendo pubblici diversi.
Una delle mostre allestite durante il Festival è stata ‘Da digitare al digitale’, presentata dal MuPIn, Museo Piemontese dell’Informatica. La mostra è stata un percorso che partiva dalle prime macchine da scrivere commerciali, per poi passare dalle calcolatrici elettromeccaniche fino alla nascita dell’informatica.
Il soggetto della locandina è stato generato dall’intelligenza artificiale di DALL·E 2 – OpenAI, fornendo in input la descrizione della scena: ‘A typewriter with a big smartphone in place of the paper’.

Qui di seguito sono riportate alcune macchine da scrivere e computer esposti alla mostra.

Si tratta di un modello intermedio tra le tradizionali macchine da scrivere e le portatili. Fu progettata da Ottavio. Come in altri modelli dell’epoca non sono presenti i tasti numerici 0 e 1: per riprodurli si utilizzavano i tasti ‘O’ ed ‘L’.

Questa macchina da scrivere compatta fu progettata da Mario Bellini. Può produrre 86 segni diversi, con alcune limitazioni: oltre all’assenza dei numeri 0 e 1, sono assenti anche le lettere accentate: per questo motivo è necessario ‘simularle’ digitando la relativa lettera normale seguita dal carattere dell’apostrofo.

Macchina per il calcolo realizzata dallo svedese Willgodt Theophil Odhner. La calcolatrice è basata sul principio della ‘ruota a denti mobili’. Da questo momento si introduce la possibilità di controllare i numeri impostati, prima di immetterli per il calcolo, guardando un apposito visore [nella foto, in alto]. Le cifre, fino a un massimo di dieci, vengono immesse azionando i diversi cursori. Azionando poi la manovella sul lato destro della macchina viene ruotato il traspositore. Questa macchina ha avuto molto successo ai tempi perché molto piccola e quindi perfetta per essere posata sulla scrivania.

Computer che fa parte della linea professionale della famosa società americana Commodore, con una tastiera standard. Particolare è il nome, che indica quante colonne di testo sono visualizzabili a monitor (80) e quanta RAM possiede il modello (32 KB). L’unità di memoria per il salvataggio dei dati usa o dischi esterni o può collegarsi a un registratore digitale che usa audiocassette.

In un unico contenitore di plastica si trovano la tastiera, l’alimentatore e la scheda madre. La scheda madre, necessaria per inserire le schede di espansione, ha un’uscita video per il monitor e una per collegare un registratore portatile da usare come memoria di massa. Il grande successo di Apple Il fu anche decretato dal software Visicalc, disponibile solo nella versione per Apple II. Con gli Apple II, realizzati interamente con componenti acquistabili sul mercato, nasce il mercato dei ‘compatibili’.

Presentato nel 1984 da Steve Jobs in persona. Nonostante le caratteristiche tecniche limitate si dimostrò capace di svolgere compiti innovativi come la sintesi vocale in tempo reale.
L’archivio del museo del MuPin è composto attualmente da oltre seimila calcolatori, dai mainframe ai mini computer, dai personal agli home computer, dai coin-op alle console. Il museo conserva e valorizza le collezioni volte alla divulgazione tecnico scientifica e mostre itineranti. Dal 2012 inoltre, il MuPIn organizza un evento indipendente legato all’Ada Lovelace Day Italia, il 12 ottobre, evento dedicato ad Ada Lovelace, la prima programmatrice della storia, e a tutte le donne che si sono affacciate al mondo STEM. Ada Lovelace (1815-1852) scrisse il primo algoritmo espressamente inteso per essere elaborato da una macchina, quando ancora i computer non erano stati ideati.

Marta Schiavone