Utòpia. Il polo culturale che dà spazio alle idee dei giovani

Il termine utopìa deriva dal greco e significa non-luogo, luogo che non esiste. È il nome fittizio che Tommaso Moro, filosofo e politico inglese del Cinquecento, dà ad un mondo ideale, un sistema politico e sociale che non trova, però, riscontro nella realtà. 

È invece dalla necessità di dare spazio, accogliere in un luogo fisico idee e desideri (quasi utopìe) di tanti ragazzi e ragazze che vivono sulle sponde del Lago Maggiore che nasce Utòpia, associazione di promozione sociale che si propone come polo culturale di riferimento del Varesotto. 

«In un territorio che offre poche occasioni di incontro e scambio tra giovani, il nostro desiderio era dare forma a tante idee che nascevano dalle chiacchierate tra amici» racconta Davide, uno dei fondatori dell’associazione. «Sentivamo un forte bisogno di dedicarci momenti condivisi dai quali potessero nascere delle iniziative per tutti, all’interno di un luogo di cultura in cui poterci sentire a casa»

L’associazione, nata da poco più di un mese, ha già tanti progetti: corsi, eventi, mostre e ritrovi. Tramite i corsi organizzati, ci si può appassionare a tante attività diverse: canto, musica, teatro, scrittura, illustrazione, ceramica, cucina vegetale e lavorazione del legno. Tra gli eventi in programma sono previste esposizioni a cadenza bimestrale delle opere di un artista locale emergente (la prima sarà inaugurata il 3 giugno), cineforum, concerti di musica live e conferenze

L’associazione avrà presto una casa nel comune di Luino, all’interno del parco Hussy, nella quale, dall’impegno degli associati, potranno prendere vita le tante proposte ancora in cantiere, tra cui l’apertura di un’aula studio e l’organizzazione di momenti condivisi di lettura, discussione, gioco e svago.

«Utòpia è la realizzazione di qualcosa che sul nostro territorio non c’è, un progetto che, per chi si avvicina dall’esterno, può sembrare un’utopìa. L’azione simbolica di spostare l’accento dà una forma e una dimensione spaziale a ciò che prima era soltanto l’idea di un gruppo di amici».

Silvia D’Ambrosio

© Credit immagini: Courtesy Utòpia

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