Il 15 aprile 2022 è uscito l’album Xenoverso, del rapper italiano Rancore, nome d’arte di Tarek Iurcich, artista divenuto noto al grande pubblico negli ultimi anni, grazie alle due partecipazioni al Festival di Sanremo, nel 2019 in coppia con Daniele Silvestri sulle note del brano Argentovivo e da solista nel 2020 con Eden, grazie al quale aveva vinto il premio per il miglior testo.

Tuttavia Rancore è presente sulla scena rap italiana già dal 2006, quando all’età di 16 anni aveva realizzato il disco Segui me, che già ci aveva messo di fronte a un prodigio della musica italiana, un artista in grado di incastrare le rime, utilizzare artifici tecnici e retorici e di dominare la lingua come pochi altri suoi colleghi (S.U.N.S.H.I.N.E. sta all’hip hop come La Divina Commedia sta alla letteratura). Nel corso degli anni ha poi saputo raffinare la sua produzione musicale in termini di testi e musica, fino ad arrivare alla pubblicazione, nel 2018, di Musica per Bambini, l’inizio di una consacrazione portata avanti proprio con Xenoverso.

Ma che cos’è davvero lo Xenoverso? per spiegarcelo Rancore ci fa oltrepassare un portale in grado di portarci in un luogo sconosciuto dove sono raccolte tutte le informazioni in suo possesso riguardo gli universi: Definizione Xenoverso.
«L’Universo conosciuto è solo una regione, ciò che è sconosciuto è Xenoverso».
Il disco allora ci racconta la storia di un Cronosurfista, una sorta di distopico Piccolo Principe, un messaggero del tempo che viaggia tra i versi recapitando lettere che altrimenti non avrebbero modo di raggiungere il loro destinatario.
E, non a caso, l’uscita del disco è stata anticipata proprio da tre lettere, ciascuna da consegnare in Universo, in un’epoca differente, indicata accanto al titolo.
La prima, Lontano 2036, è stata scritta da un soldato partito per la Grande Guerra, la terza, e deve essere recapitata alla donna amata, nella speranza che non si perda nei meandri dello Xenoverso.
La seconda, X Agosto 2048, deve essere consegnata a un bambino situato sulla Terra da parte del padre che, dopo la fine della guerra, è stato mandato nello spazio a raccogliere le scorie generate dal conflitto.
Infine troviamo Arakno 2100, dove un mittente anonimo descrive la società governata dal Grande Telaio, un sistema contrario ai valori della libertà, della vita e del pianeta. La lettera è destinata a tutti coloro intenzionati a unirsi al movimento neoluddista e pronti a rovesciare il potere.

In quello che dunque appare come un racconto di fantascienza distopica, due lettere, per stessa ammissione dello stesso autore, sono andate perdute, o meglio, sono state rubate per essere consegnate in anticipo. Infatti, le due tracce del disco che dovrebbero rappresentare l’incipit e la conclusione di questo racconto, la 5 e la 9, risultano mancanti e sostituite da due skit. Tuttavia, agli stessi numeri, nel precedente disco, il già menzionato Musica per Bambini, si trovano i brani Sangue di Drago e Quando Piove, brani che descrivono perfettamente le cause che hanno portato allo scoppio della Guerra e le conseguenze della rivolta del 2100.

Rancore compie un viaggio, tra i versi e le parole, tra ciò che è già accaduto e ciò che deve ancora accadere, alla scoperta di ciò che cresce attorno a noi e di ciò che vive in luoghi impossibili da raggiungere.
E proprio come il protagonista del romanzo di Saint-Exupéry il viaggio porta a scoprire soprattutto se stessi.
Ma per farlo è necessario passare attraverso l’oscurità. Oscurità presente già dalla prima traccia del disco, quando viene mostrata sotto forma di Ombra, incapace di lasciare libero il suo padrone, fino a presentarsi con l’aspetto di ‘buiole’, le quali invece di illuminare creano un senso di inadeguatezza e di incapacità a comunicare al mondo ciò che si sta vivendo. Portando a sentirsi persi nel continuo dubbio di uno Xenoverso.
Ed è proprio da questo buio così profondo che, forse per la prima volta nella storia di Rancore, trova spazio la luce.
Un momento di consapevolezza, in cui è possibile, finalmente, sentirsi connessi all’universo. Di certo non sarà per sempre, certi vecchi amici non se ne vanno mai del tutto, ma almeno per un momento, poter dire che sì, questa cosa che ho scritto mi piace.
E tu, sei mai stato nello Xenoverso?
Francesco Castiglioni