After Life: provare a morire per ricordarsi come si vive

Da poche settimane si è conclusa la terza e ultima stagione della serie TV, targata Netflix, After Life, scritta, diretta e interpretata da Ricky Gervais
La storia è incentrata sulla vita di Tony, un uomo di mezza età che, in seguito alla morte della moglie Lisa a causa di un tumore, decide di tentare il suicidio, venendo però ‘interrotto’ dall’intervento del proprio cane. 

Tony e la canata

Da quel momento inizia una fase della sua esistenza in cui si ritrova in una sorta di limbo, in cui nonostante non sia riuscito a morire è allo stesso tempo come se si fosse dimenticato come si fa a vivere
Quello che c’è fra Tony e Lisa è un amore vero, un sentimento irrazionale, difficile da spiegare, capace di riempire e allo stesso tempo di svuotare l’anima di chi lo prova. Ed è per questo che la mancanza porta Tony a sprofondare in un costante stato di rabbia e di apatia, da cui riesce ad avere l’illusione di fuggire solo grazie all’alcol e ai filmati registrati dalla moglie prima di morire. Come lui stesso dice «è come se l’aver tentato il suicidio mi avesse dato un superpotere. Posso fare e dire tutto quello che voglio senza preoccuparmi delle conseguenze, tanto so comunque che, se andrà male, potrò sempre uccidermi». 

Tony e Lisa

A questa vicenda fa da sfondo la cittadina di Tambury, in Inghilterra, dove il nostro protagonista vive e lavora, all’interno della redazione di un piccolo giornale locale, come reporter per raccontare casi di cronaca locale, trovandosi però a dover spesso semplicemente scrivere di storie grottesche o al limite dell’ordinario. 
I colleghi e gli amici provano in tutti i modi a restituire speranza a Tony, ma lui si rifiuta e si nasconde nella propria disperazione. Finché un giorno, di fronte alla tomba di Lisa, conosce Anne, un’anziana donna, che come lui ha perso la persona amata, e che, quindi, riesce ad ascoltare il suo dolore

Tony e Anne

E a quel punto After Life inizia a mostrarsi per ciò che è realmente: non la storia di un uomo solo, depresso, costretto a sopravvivere, ma la storia di un uomo che impara a ricominciare ad amare la vita

Tony felice

Perché la vita è questo. Ci sono giorni in cui ti prende a pugni, ti grida in faccia mentre sei a terra e ti costringe a pensare che questa volta non riuscirai ad alzarti. Ci sono giorni in cui dopo aver incontrato un ragazzo che suona il flauto dal naso pensi davvero di aver toccato il fondo, e altri in cui sei così messo male da pensare che rivolgersi a una cartomante non sia una cattiva idea. Ci sono giorni in cui tua moglie ti lascia, o giorni in cui nei suoi occhi e in quelli di tuo figlio riesci a leggere solo delusione. Ci sono giorni in cui ti accorgi che quello che vedi riflesso nello specchio non sei tu. Ci sono giorni in cui la persona che ami muore. E ci sono giorni in cui seduto nella vasca con una lametta in mano pensi di farla finita. 
Ma ci sono giorni in cui uno sconosciuto ti sorride. Giorni in cui incontri qualcuno capace di comprenderti per quello che sei. Giorni in cui ti prendi una rivincita contro quei bulli del cazzo. Giorni in cui trovi una persona con la quale condividere la tua solitudine. Giorni in cui sei da solo, e ti basti così. Giorni in cui senza rendertene conto ti trovi di fronte al mare a guardare l’orizzonte. E ci sono giorni in cui un bambino, malato di tumore, ti guarda e ti chiede se credi al paradiso. E tu dopo tutto quello che hai passato non puoi crederci. Ma riesci a mentire, perché, dopo tutto quello che hai passato, credi ancora alla vita. E «tutto quello che hai imparato riguardo alla vita, si può riassumere in due parole: va avanti».

Francesco Castiglioni

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