Quando farò ritorno avrò gli abiti di un altro uomo, un nome che non mi appartiene.
Il mio sarà un arrivo inatteso.
Se mi guarderai, incredula, dicendo: Tu non sei lui, io ti mostrerò i segni e dovrai credermi.
Ti parlerò dell’albero di limoni nel tuo giardino.
Della finestra d’angolo da cui filtra il chiarore della luna.
Poi ti mostrerò i segni del corpo, i segni dell’amore.
E quando, tremando, saliremo nella nostra vecchia stanza, tra un abbraccio e l’altro, tra le nostre parole d’amore, ti racconterò il mio viaggio, per una notte intera, e per tutte le notti a venire, tra un abbraccio e l’altro, tra le nostre parole d’amore, l’intera storia umana.
La storia che non ha mai fine.
Da Lo sguardo di Ulisse (1995) di Theo Angelopoulos
liberamente ispirato all’Odissea di Omero
© Credit immagini: Courtesy Arianna Bascialla