Profondo Rosa: in direzione ostinata e contraria

Se nella vostra vita siete soliti frequentare gli ambienti di Twitch, Instagram, YouTube o un qualunque altro social network, quasi sicuramente conoscerete, per vostra volontà o per caso, Simone Panetti

Simone Panetti

Romano, classe 1995, dopo un’adolescenza travagliata nella periferia capitolina, si trasferisce a Milano dove, grazie all’amico Homyatol (al secolo Andrea Hakimi, youtuber e streamer tra i più famosi e seguiti in Italia) inizia a farsi conoscere sul web, fino ad arrivare al 2019 quando apre il canale Twitch panetty. Ad oggi conta quasi 300mila follower su Instagram e quasi 500mila sulla piattaforma viola, dove, eccezion fatta per alcuni suoi momenti di assenza più o meno lunghi, ha saputo farsi spazio risultando uno dei content creator più amati e poliedrici del panorama italiano. 
Descrivere quale sia il suo contenuto principale è un’impresa piuttosto ardua. Personalità eccentrica, in alcuni casi sopra le righe, a tratti punk ma che, quando lascia emergere il lato più nascosto di sé, è capace anche di lasciare spazio a momenti più seri e di grande intimità

Panetty, Homyatol e Luis Sal

Per sua stessa ammissione, ciò che Simone Panetti fa su Twitch è Simone Panetti. 
Ma la costante, che forse più di altre, accompagna tanto la persona quanto il personaggio è la sua passione per la musica. Nata ascoltando la scena street e underground romana l’ha successivamente portato a voler intraprendere una propria carriera da artista, parallela a quella dello streamer. Nei meandri più oscuri di YouTube, già a partire dagli anni scorsi, era possibile trovare diversi suoi brani mai messi in commercio (molti suoi fan, tra cui il sottoscritto, stanno ancora aspettando che Vengo esca su Spotify), ma dobbiamo aspettare il 14 gennaio 2022 per vederlo pubblicare il suo primo album, Profondo Rosa

Profondo Rosa

Il titolo è un esplicito riferimento al celebre film di Dario Argento, a cui Panetti cerca di dare un’accezione più lieve, lasciando immaginare che al suo interno troveremo canzoni che parlano d’amore, perché alla fine dai, di che altro vuoi parlare? Ma non si tratta certo di un amore delicato, idealizzato o convenzionale. Non credo di compiere un azzardo nel dire che in un brano di Panetti non ascolteremo mai la rima cuore-amore. Dopotutto, Simone è cresciuto a Tor Bella Monaca, e, come abbiamo imparato da Zerocalcare, quando vivi in periferia cresci con la certezza che amare le femmine è da f****.  

Tor Bella Monaca

Il disco si apre con il brano Su di te, in collaborazione con il produttore Mike Lennon (il primo eurasiatico d’Italia) e il rapper G.bit, già pubblicato in precedenza come singolo, dove l’artista ci racconta di un amore da poco finito e di come egli ancora ‘pensi’ al passato. La malinconia lascia però rapidamente spazio alla rabbia e all’apatia con Ti Odio e Morirei (in collaborazione con i bnkr44). A questo punto troviamo Cerotti, un pezzo folle, che per certi versi descrive meglio di ogni altro il suo autore e che funge da congiunzione fra l’atmosfera distruttiva della prima metà dell’album e l’arrivo di Giulia, una figura femminile cantata in modo quasi angelicato, che sembra essere stata in grado di far capire a Panetti che esiste ancora qualcosa per cui valga la pena di lasciarlo in vita (Dentro di Te feat. Drast, ndr). 

In 6 La Mia Tortura l’autore sembra essere riuscito a incanalare ed esorcizzare la rabbia presente nelle prime tracce, rendendo così chiaro il titolo del disco, una discesa nel profondo dell’animo e dei sentimenti di una persona, a lungo dolorosa e terrificante, ma con alcune note rosa capaci di renderla più dolce e delicata. 

Infine, troviamo un extra, Cara Buongiorno, prodotto da Greg Willen, una hit a tutti gli effetti che fa venir voglia di pogare sotto a un palco o di spaccare la radio e che non avrebbe per nulla sfigurato fosse stata inserita nel prossimo Bloody Vinyl

Profondo Rosa è un disco eccentrico, in alcuni casi sopra le righe, a tratti punk ma che, quando lascia emergere il lato più nascosto di sé, è capace anche di lasciare spazio a momenti più seri e di grande intimità. Non è un disco rap, non è trap e non è pop, è un disco di musica fatto da persone che sanno fare musica. È un disco in grado di abbattere gli stereotipi che da un lato rompe i cliché di un determinato ambiente musicale, affrontando temi personali e che non ha paura di mostrarsi vulnerabile. Dall’altro dimostra che una persona diventata famosa grazie al web non deve per forza restare inchiodata a quel mondo, quando c’è l’estro, la sensibilità artistica o più semplicemente la fame: chiunque può fare musica.E allora, come dice lo stesso Simone Panetti, «dire che uno streamer non può fare musica è come dire che una donna non può fare il muratore».

Francesco Castiglioni

© Credit immagini: link + link + link + link + link

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