ChopValue, un’azienda canadese nata nel 2016, ha deciso di trasformare le bacchette di legno monouso in mobili e oggetti sostenibili per la casa e l’ufficio, raccogliendole una per una nei vari ristoranti. Grazie a un processo artigianale, centinaia di queste posate monouso si uniscono e si trasformano dando vita a nuovi oggetti d’arredo minimal ed eleganti.

La cucina orientale è oggi diffusa in tutto il mondo e come si può pensare di mangiare dei noodles o il sushi senza usare le tipiche bacchette di legno? Queste posate monouso hanno fatto il giro del mondo grazie all’accresciuta popolarità di queste cucine, aumentando anche la preoccupazione riguardo all’impatto ambientale implicato nel loro utilizzo. Milioni di bacchette vengono ogni giorno utilizzate per un solo pasto e poi gettate nella spazzatura.
Ma com’è nata ChopValue? L’ingegnere del legno Felix Böck, durante il suo dottorato di ricerca a Vancouver, stava cercando di avviare un progetto per affrontare il problema dei rifiuti di legno nelle città, guardando al loro possibile riutilizzo nel mercato immobiliare. Tuttavia stava incontrando molte resistenze: era ancora molto difficile riuscire a convincere le persone e i finanziatori che i rifiuti spesso sono risorse sprecate.
Per Felix arrivò un’illuminazione mentre cenava in un ristorante di sushi… Si chiedeva come avrebbe potuto convincere le persone dell’efficienza del suo programma e l’idea era proprio lì, tra le sue mani! Collegò le bacchette che stava usando alla grande quantità di risorse inutilizzate, e così, da un paio di posate non viste più come spazzatura ma come possibile risorsa, nacque ChopValue. Da allora l’azienda canadese ha riciclato quasi 35 milioni di bacchette, risparmiando 1.325 tonnellate di emissioni di CO2, trasformandole in prodotti per la casa e l’ufficio.
«Ho capito che per dimostrare dei concetti di economia sostenibile basati su una fornitura di residui come sottoprodotti, dovevano esserci degli opinion leader che ne dimostrassero la fattibilità. Doveva essere interessante, qualcosa di facile da comprendere e che suscitasse emozioni verso il problema dell’economia lineare e sulla nostra grande quantità di rifiuti» – racconta Böck.
ChopValue ha creato una rete di consapevolezza coinvolgendo diverse realtà e si occupa direttamente della raccolta della materia, del processo di riciclo, di sanificazione e di produzione. Attraverso la compressione dei bastoncini in una piastra e un processo di cottura ridà nuova vita alle bacchette.
Con 1.425 bacchette si realizzano dei blocchi di costruzioni, con 10.854 la tavola di una scrivania. Sul loro sito si trovano i dettagli della quantità di risorse riciclate e l’impatto ambientale misurato con il risparmio di CO2, in modo da sensibilizzare le persone sui vantaggi e benefici dell’economia circolare.


Alison Lee, marketing manager dell’azienda, racconta «Raccogliamo da ristoranti, negozi al dettaglio e partner aziendali nelle città in cui abbiamo micro-fabbriche. Ogni trimestre condividiamo con i nostri partner l’impatto che hanno avuto, che include il numero di bacchette che hanno deviato dalla discarica e la quantità di carbonio risparmiato».
L’obiettivo di ChopValue è quello di creare una rete di franchising, con delle micro-fabbriche, in cui le bacchette provenienti da ristoranti locali diventano prodotti realizzati dagli artigiani della zona e venduti anche localmente secondo le logiche dell’economia circolare.
Elena Antognozzi
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