Intervista a Ottavia, creatrice di Sfusitalia.
Com’è nata l’idea?
«La mappatura dei negozi di sfuso nasce da un’esigenza personale. Non era facile per me trovare le sfuserie più vicine a dove abitassi e, visto che avevo imparato a utilizzare lo strumento di mappatura di Google Maps, l’ho applicato ai negozi sfusi di Roma. Ho condiviso la mappa con tutti i miei amici romani e, parlandone con un’amica milanese, mi ha chiesto di farla su Milano. Successivamente ho aggiunto anche Torino. Poi, non trovando un tirocinio, ho deciso di buttarmi su un progetto personale e da qui è nata la prima versione di Sfusitalia, totalmente ‘fatta in casa’. L’ho sviluppata tra la fine della triennale e l’inizio del master».
Oggi il progetto è cresciuto in ampiezza e visibilità. Oltre alla mappatura, tramite la pagina Instagram Ottavia offre tanti consigli su come riciclare i nostri scarti e come ridurre il nostro impatto ambientale.

Cos’è una sfuseria?
La sfuseria vende la maggior parte dei propri prodotti sfusi e segue una certa filosofia, mettendo in vendita solo oggetti a basso impatto ambientale, come le coppette mestruali o gli assorbenti lavabili. Esistono poi tante attività come lavanderie, stirerie, negozi di elettrodomestici, ferramenta, vivai e tabaccherie che installano colonnine di prodotti sfusi nel proprio negozio per diversificare i propri servizi, nonostante la loro attività principale rimanga un’altra. Questo ha reso più reperibili molti prodotti della persona e detersivi sfusi, al di là della diffusione delle sfuserie in senso stretto.
Cosa può dare in più una sfuseria?
Solitamente chi crea una sfuseria è molto sensibile ai temi legati ad ambiente, riciclo, fai-da-te e Km0. «Ogni volta che vado nella mia sfuseria, Silvia, la proprietaria, condivide una ricetta di autoproduzione. L’ultima volta mi ha dato una ricetta per fare il mascara home-made».
Oltre al ridotto impatto ambientale, i negozi sfusi hanno forte impatto sociale «si favorisce l’economia di vicinato e di quartiere, ma soprattutto si entra in relazione con la persona che ti vende il cibo che mangi, cioè la benzina per il tuo motore. Questo ti permette di non essere più una semplice ‘fidelity card’ che entra al supermercato, timbra e se ne va». Nelle sfuserie trovi qualcuno che ti consiglia, ti dà informazioni riguardo la provenienza e gli ingredienti dei prodotti che acquisti, ti racconta la loro storia e condivide nuove idee e ricette.

Il futuro?
«Vorrei che diventasse una piattaforma di riferimento per la sensibilizzazione ambientale, sulla produzione di risorse e sul riciclo dei rifiuti. Quindi vorrei riuscire a trasferire su Sfusitalia tutta la mia conoscenza accademica (Ottavia si è laureata in Cooperazione Internazionale e Sviluppo e al momento frequenta un master in Ambiente, Politiche e Sviluppo a Londra, N.d.R.)».
Io sono solo uno,
ma comunque sono uno.
Non posso fare tutto,
ma comunque posso fare qualcosa,
e il fatto che non io possa fare tutto
non mi fermerà dal fare quel poco che posso fare
Edward Everett Hale
«Questa poesia di Edward Everett Hale per me significa che le singole persone possono davvero fare la differenza attraverso piccole azioni quotidiane».
E la persona che fa la differenza è anche Ottavia con la sua Sfusitalia.
Maddalena Fabbi
© Credit immagini: Courtesy Sfusitalia