Eywa Nature: i prodotti cosmetici che si prendono cura del Pianeta

Oggi incontriamo Luca Malaspina, ideatore di Eywa Nature. 

Come è nato il vostro progetto?

«A 25 anni mi sono trasferito in Burkina Faso, sono un educatore, ero affascinato dalla cultura africana e volevo studiare musica, ho vissuto lì molto tempo.

È difficile instaurare una relazione con una cultura così diversa dalla propria e poi farla diventare anche una relazione commerciale. Non volevo fare volontariato, ma volevo creare un’occasione lavorativa; di solito i Tubabù (i bianchi) lavorano solo nelle grandi città e con prodotti ‘già finiti’, io volevo andare più a fondo.
Così nel 2012 ho creato un piccolo saponificio nella periferia di una grande città, ci sono state numerose riunioni con il capo villaggio e con le donne che sarebbero venute a lavorare lì, è stata un’importante occasione di incontro.
Realizzavamo sapone naturale utilizzando i pregiati oli africani, all’inizio volevo esportare sapone all’estero, ma mi sono reso conto che nella cosmetica il sapone è un prodotto povero e non saremmo stati competitivi sul mercato, così nel 2016 ho ideato Eywa Nature per creare prodotti premium.

Il nome Eywa viene dal film Avatar, la Grande Madre, fatta di tutte le cose viventi, protettrice dell’equilibrio naturale: mi piaceva l’idea di realizzare una società benefit che avesse un impatto sociale, creando lavoro in una comunità lontana, ma anche ambientale, realizzando prodotti che fossero davvero rispettosi dell’ambiente.»

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Prodotti biologici e contenitori riciclabili, come fate?

«Il lavoro nella cosmetica naturale è complesso perché non si può fare ricorso agli agenti chimici normalmente utilizzati, c’è un grande studio dietro alla realizzazione di prodotti biologici, con materie prime provenienti dall’Africa, che fanno bene alla pelle e anche all’ambiente.
Generalmente i contenitori dei prodotti cosmetici sono realizzati in materiali ‘preziosi’ e non riciclabili, ma noi sosteniamo che il nuovo lusso sia legato alla sostenibilità. Per la nostra prima linea, Pura Cura, ci siamo rivolti a società italiane con cui abbiamo instaurato importanti partnership, grazie alle quali abbiamo realizzato contenitori in vetro, in alluminio riciclato e tappi in legno e in biopolimero compostabile, tutti materiali riciclabili, i nostri prodotti sono plastic free al 98%.»

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Progetti per il futuro?

«Prima dell’emergenza sanitaria che ha colpito il nostro paese avevamo in progetto di cominciare una distribuzione dei nostri prodotti off-line, rivolta soprattutto a farmacie e profumerie, ma visto che al momento non è possibile i nostri prodotti restano per ora acquistabili sul nostro sito web.
Vogliamo creare un impatto sociale in Italia, esaltando le nostre preziose realtà locali.
Il nostro prossimo progetto, a breve in produzione, è ‘Blue Sardinia’, una linea di prodotti dedicata alla detergenza dei capelli e del corpo. È pensata per l’estate, vuole essere no gender ed è ovviamente un omaggio alla Sardegna.
La linea sarà composta da uno shampoo solido all’estratto di fico d’India, un balsamo per capelli, un savonage per il corpo che non contiene né acqua, né schiumogeni all’interno (di solito tali prodotti contengono minimo il 45% di acqua) e una crema corpo in formato famiglia, all’olio di mirto, uno dei simboli della Sardegna, tutti prodotti al 100% naturali.
Lo scopo del nostro percorso è essere a impatto ambientale zero, per cui per creare questa linea, grazie alla collaborazione con una società italiana esperta nel settore, abbiamo realizzato contenitori in plastica vegetale bio based ottenuta al 100% da fonti vegetali rinnovabili.
Speriamo di crescere sempre di più diffondendo i nostri ideali di rispetto per le persone, di amore e cura per il nostro pianeta

Elena Antognozzi

© Credit immagini: courtesy Eywa Nature