RadioImmaginaria: un progetto gestito e creato dagli adolescenti

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Intervista a Filippo, uno degli speaker di RadioImmaginaria.

Cos’è? Come è nata?

«RadioImmaginaria è un network di adolescenti, abbiamo tutti dagli 11 ai 17 anni. Quindi gli adulti fuori. Ed è questo che ci caratterizza, siamo forse l’unico progetto sul web gestito e creato da adolescenti. Siamo nati come una radio, poi ci siamo allargati un po’ e adesso abbiamo un sito completo e facciamo tante cose, anche in televisione, e quindi è giusto usare la parola network. Siamo nati a Castel Guelfo di Bologna – un paesino dove abbiamo anche la sede nazionale – nel 2012 per un progetto scolastico, quindi una cosa molto piccola che però si è allargata e tramite il passaparola si è arrivati in altre città. Adesso abbiamo redazioni che vanno da Trieste a Partenico – in provincia di Salerno – da Sanremo a Torino, Milano, Roma e anche varie città europee, per esempio a Bruxelles e Londra, ma ci sono dei ragazzi anche in Norvegia, perciò ci sono anche più lingue.»

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Di cosa si parla?

«Innanzitutto, RadioImmaginaria nasce per dar voce agli adolescenti, quindi alla nostra fascia d’età, che mai, prima di RadioImmaginaria, aveva avuto uno sfogo vero. Tutte le redazioni si riuniscono una volta a settimana per fare la loro puntata, che sia in diretta o in podcast, e i ragazzi parlano di quello che vogliono, dallo sport alla scuola alla politica, ovviamente rimanendo nei limiti della decenza e rispettando i canoni dell’educazione. Ultimamente abbiamo accettato la sfida di Greta Thunberg: siamo scesi in piazza insieme a FridaysForFuture e abbiamo fatto delle maratone radio durante i venerdì di sciopero, in cui ci siamo collegati a più città. Abbiamo anche fatto un viaggio di 4500 km con un’Ape, partendo da Castel Guelfo e arrivando a Stoccolma, perché volevamo incontrare Greta

Su questo viaggio si trova anche il libro Noi abbiamo il futuro.

L’esperienza di Filippo

«Mi ha trascinato dentro mio cugino quando avevo 11 anni, ora ne ho 17, quindi sto completando il mio cammino. Con RadioImmaginaria ho imparato molte cose: a parlare davanti a un microfono, ad avere un pubblico al quale parlare. Poi ho migliorato lo spirito di leader, ma in generale si migliora il proprio spirito di lavoro in gruppo, perché si lavora in redazione. Mi lascia degli insegnamenti tutti i giorni riguardo l’organizzazione, le relazioni con gli altri, e porre attenzione a ciò che ci accade attorno. Alcuni giorni alla settimana mi occupo di registrare la rassegna stampa che viene mandata sul nostro flusso 24/7, quindi sto sempre al passo con le notizie, riesco a informarmi bene e questa cosa per me è importante.»

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Messaggio positivo?

«Anche noi adolescenti abbiamo una voce. Non siamo tutti dei ‘drogati alcolizzati’, ma la mia generazione ha qualcosa di positivo che, grazie a RadioImmaginaria, diventa realtà. Il nostro pubblico è perlopiù della nostra età, una generazione bombardata e che non capisce bene da che parte girarsi. Questa comunicazione tra coetanei è la cosa positiva: si racconta il nostro presente e, soprattutto, il nostro futuro ad altri adolescenti

Maddalena Fabbi

© Credit immagini: courtesy RadioImmaginaria