Il pimpa

Sto ascoltando una conferenza su digital Jihad quando mi arriva la chiamata da Pimpa.

Mi alzo, esco dal salone, mi siedo sulle scale, tiro fuori il taccuino e finalmente rispondo. Ho il cuore a mille, non sono pronta per questa chiamata. Ho solo 20 minuti e troppe domande. 

La prima domanda che faccio è la prima che mi viene in mente: «Perché lo fai?»

«Per la gioia dei bambini… nei momenti di distruzione, in cui tutto è morto. Per un’ora i bambini hanno pace. Perché il sorriso di un bimbo vale una vita».

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Chi è?

Marco Rodari è un clown. Ma non uno qualunque e neanche quello dei film horror, lui è un vero clown

Da circa 10 anni va nei paesi del Medio Oriente a portare il suo sorriso ai bambini. E non nei luoghi turistici dove l’orrore lo si vede solo in tv: lui va a Baghdad, a Damasco, ad Aleppo e a Gaza, o come la chiama lui: Gaza City, comparandola a Gotham City. Vive in queste città 5/6 mesi all’anno, gira ospedali, piazze, strade e scuole cercando di fare il maggior numero di spettacoli. Quando non è sotto bombardamento riesce a farne anche 3 o 4 al giorno, coinvolgendo dai 500 ai 1000 piccoli spettatori. 

Quando torna in Italia la gira in lungo e in largo portando i suoi spettacoli nelle scuole. 

Gli chiedo se ha mai paura di non riuscire a tornare laggiù e mi risponde che ha bisogno di questo distacco, di questo tempo in Italia, per riprendersi dai traumi della guerra, della morte e della distruzione, per recuperare psicologicamente e tornare forte e preparato in quei luoghi. 

Se solo un bambino uscirà vivo da queste mura, avremo vinto la guerra

(Marco Rodari, La guerra in un sorriso)

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Nel 2016 esce il suo libro La guerra in un sorriso, in cui tra poesie, immagini e racconti brevi trasmette le emozioni e descrive le dinamiche umane che si vivono sotto le bombe, schivando i proiettili e superando notti insonni. 

In mezzo a tutto questo odio, morte e dolore, Marco scrive «La guerra cancella ogni colore […] solo i loro sguardi, i loro sorrisi…sono colore. I bimbi…sono il colore del mondo. […] Perché i grandi, i potenti della Terra, possono ricreare un mondo perfetto, fuori dalla realtà, come in un reale reality. Possono condizionare tutto e tutti…tranne il sorriso e la meraviglia di un Bimbo».

Anche al telefono, nella fretta e nell’agitazione, le sue parole mi emozionano. Per fortuna mi sono scritta qualche domanda, così senza perdere tempo gli chiedo il momento più bello e il momento più brutto che ha vissuto. 

«Il momento più bello è stato il 7 gennaio: in una scuola della periferia di Baghdad mi hanno accolto cantando l’inno e sventolando le bandierine, mi sono sentito il Presidente della Repubblica.» – fa un sospiro e aggiunge – «Un brutto momento è tutte le volte che ho visto morire i bambini».

In guerra l’essere umano è semplicemente estremo, nel bene come nel male. E l’estremo nel bene…diventa eroico!

(Marco Rodari, La guerra in un sorriso)

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Marco ha fondato la Onlus Per far sorridere il cielo che opera ad Aleppo, Gaza, Baghdad e Alessandria d’Egitto con l’obiettivo di insegnare ai ragazzi che hanno vissuto la guerra l’arte di essere clown, perché «è molto difficile trovare una cosa bella da fare nella vita».

Ed è proprio questo il messaggio che porta ai giovani Italiani.

«Ragazzi è importante trovare una cosa bella da fare nella vita, perché chi ha una cosa bella da fare non fa la guerra. In guerra non hai la possibilità di fare qualcosa di bello. Voi che non siete in guerra, mettetevi in gioco, perché ci sono persone che pur essendo in guerra non odiano e hanno speranza, sorridono

Maddalena Fabbi

© Credit immagini: courtesy Marco Rodari