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Ecco che mi ritrovo in fila per entrare in un edificio che all’apparenza sembra molto moderno, nel pieno centro di Milano, aspettando una chiamata. Un ragazzo mi passa a fianco e mi porge un foglio col programma della serata. In pochi minuti riesco a entrare. Il cortile, con un piccolo colonnato bianco ed elegante, è illuminato da luci viola e blu. L’atmosfera è calda e mi accoglie una bellissima melodia suonata al pianoforte da una ragazza giovane. Mi fermo ad ascoltarla e nonostante il brusio della folla riesco a sentire e ascoltare ogni singola nota. Finita questa esibizione, mi giro e un ragazzo inizia a ballarmi di fianco. Inizia la magia dei ragazzi della Fattoria Vittadini.
Di cosa si tratta?
Nello storico quartiere di Brera, culla dell’Accademia e della Pinacoteca di Brera, gioielli della città di Milano, riprende vita la Casa degli Artisti.
Mariavera Chiari, membro dell’Associazione Temporanea di Scopo che ha vinto il bando del Municipio 1 per la gestione della Casa, ci racconta come questo progetto sia un una grande opportunità per Milano, ma soprattutto per il quartiere, perché conferma la natura di bene pubblico e di centro aperto alla città che restituisce spazio e dignità alle arti e alla cultura.
Mariavera mi regala anche tre parole chiave: intergenerazionalità, infatti gli artisti che vengono ospitati nella residenza attraverso invito e open call non hanno vincoli di età, anzi «sarebbe bello che artisti più anziani o con più esperienza insegnassero e trasmettessero le proprie tecniche ai più giovani»; interdisciplinarietà, poiché vengono accolti tutti i tipi di arti, visive, performative, sonore e applicate; internazionalità, perchè non ci sono vincoli di nazionalità, anzi, gli artisti, come in passato, arriveranno da tutte le parti del mondo e verranno accolti al meglio, così da unire la componente internazionale al territorio locale.
Offerta 2020
Il programma del 2020 si basa sul tema ‘Work’. Una parola che rimanda al grande lavoro fatto per riqualificare l’edificio e dar inizio al progetto, ma soprattutto al lavoro che svolgeranno gli artisti e a tutti i prodotti artistici che partorirà questo cantiere creativo.
Luca Foschi, Assessore alla Cultura del Municipio 1 di Milano, mi racconta i molti passaggi che sono stati necessari per raggiungere questo traguardo e in particolare quando la Casa ha rischiato nel 2010 di essere venduta a privati. Accompagnandomi nei laboratori del primo e del secondo piano, si sofferma a raccontarmi i particolari dell’edificio e, parlandomi del progetto che ha vinto la gestione, mi spiega come sia stato dato più peso alla proposta culturale rispetto all’offerta economica.
La programmazione di questo spazio, per i curiosi e gli appassionati, per gli abitanti di Brera come per tutti i milanesi e i turisti, prevede: visite guidate, mostre e performance gratuite, talk e incontri tematici e ovviamente la restituzione del lavoro fatto nei laboratori dei piani superiori. Il tutto accompagnato da un piacevole angolo bar dove potersi sedere, godere lo spazio e magari parlare con qualche artista.
Messaggio positivo e di ispirazione per i giovani?
Avere l’opportunità e uno spazio architettonico in centro a Milano dove trascorrere qualche ora osservando la bellezza dell’arte, gratuitamente, oltre che la possibilità di incontrare artisti, dialogare con loro condividendo un bicchiere di vino o una birra nella zona bar dell’edificio.
L’immagine che ci regala Mariavera è piena di speranza, la speranza della rinascita dell’amore per l’arte pura, gratuita e di tutte le categorie sociali, non elitaria. Quell’arte che un tempo era dei poveri vagabondi in giro per il mondo, libera da regole rigide di accademie e scuole.
Gli artisti che vengono ospitati ai piani superiori avranno piena libertà creativa, spazi illuminati dalla luce del sole che filtra attraverso le grandi vetrate, pensate e costruite apposta circa 110 anni fa dai fratelli Bogani.
Maddalena Fabbi
© Credit immagini: Courtesy Maddalena Fabbi